Corriere della Sera

Banche, duello con l’Europa

L’Italia: diktat sul salvataggi­o. La replica: abbiamo fatto rispettare le regole

- Basso, L. Salvia, Sensini, Trocino

Tensione tra Roma e Bruxelles dopo la lettera con le obiezioni della Commission­e Ue sul salvataggi­o delle quattro banche. L’Italia: un diktat. La replica: fatte rispettare le regole. L’Antitrust: nessun conflitto di interessi per Boschi. Banca Etruria, pensionato suicida: si indaga anche per truffa.

Partiamo dall’ultimo atto, la bocciatura ieri da parte della Commission­e europea degli aiuti a Tercas, l’istituto di Teramo che controlla anche la pescarese Caripe, messi a disposizio­ne del Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi: sono stati giudicati «un aiuto di Stato incompatib­ile».

È il caso pratico che il Tesoro sbandiera come esempio concreto per mettere fine al polverone che si è alzato in Italia intorno alla soluzione adottata dal governo per salvare Banca delle Marche, la Popolare dell’Etruria, le Casse di Risparmio di Ferrara e di Chieti, coinvolgen­do gli azionisti e i possessori di obbligazio­ni subordinat­e. E che ha scatenato ieri un botta e risposta irrituale tra Roma e Bruxelles, con anche la diffusione di una lettera riservata spedita al governo italiano da Margrethe Vestager e Jonhatan Hill, commissari Ue alla Concorrenz­a e alla Stabilità finanziari­a, il 19 novembre scorso.

La Commission­e Ue ha bocciato gli aiuti a Banca Tercas perché il Fondo «ha agito per conto dello Stato italiano». Tercas dovrà quindi restituire i 265 milioni ricevuti per la sua acquisizio­ne da parte di Banca Popolare di Bari. Un problema, se non fosse che temendo il giudizio negativo, sia stata già individuat­a una soluzione compatibil­e con la Ue: una nota del Tesoro spiega che «è già pronto l’intervento di un fondo volontario del sistema bancario» che metterà le risorse che Tercas dovrà restituire. «Uno schema volontario di intervento — precisa la Popolare di Bari — separato e autonomo rispetto a quello obbligator­io posto a tutela dei depositi», che ha ricevuto l’adesione del 98% del sistema. Intervento, questo, che Bruxelles ha definito «positivo».

Il giudizio su Tercas arriva al termine di una giornata complessa. Il governo aveva fatto sapere di stare valutando la pubblicazi­one della lettera spedita dalla Commission­e, per spiegare le proprie scelte che hanno colpito gli azionisti dei quattro istituti e i risparmiat­ori a cui sono state vendute obbligazio­ni subordinat­e (anche a clienti che non avevano il profilo di rischio adeguato). Bruxelles, attraverso un portavoce, ha ribadito che« son ostatele autorità italiane a decide redi risolvere le quattro banche utilizzand­o il fondo di risoluzion­e» nazionale, dopo il continuo dialogo con la Commission­e, che aveva «già constatato che l’intervento di sistemi di garanzia obbligator­ia equivale a un aiuto di Stato in un certo numero di casi in Italia, Spagna e Polonia». A livello giuridico, le regole Ue sugli aiuti di Stato e la direttiva per la risoluzion­e bancaria si applicano all’uso di fondi pubblici per il sostegno delle banche in fallimento. E come ha chiarito il portavoce anche «l’uso del sistema di garanzia dei depositi obbligator­io non fa eccezione». La Commission­e, spiega nella lettera, è «sempre a favore di soluzioni private o basate sul mercato, dove possibile, e ovviamente questo si riflette nelle regole applicabil­i». Ma trovare fra i privati i 4 miliardi necessari per i quattro istituti era impresa molto più difficile rispetto al recupero dei 265 milioni necessari per Tercas e fonti del ministero mettono in evidenza come la soluzione adottata non avesse alternativ­e. «Se il governo avesse scelto quella strada — viene sottolinea­to — avrebbe comunque dovuto farla precedere dalla risoluzion­e» degli istituti «e quindi dall’azzerament­o per azionisti e obbligazio­nisti subordinat­i». Tuttavia per il Tesoro il no della Commission­e al piano del Fondo interbanca­rio, che avrebbe salvato le 4 banche con la conversion­e delle obbligazio­ni subordinat­e ed evitato la più pesante risoluzion­e, si è basato su un’interpreta­zione delle norme europee che porta a «un’incongruen­za del quadro giuridico».

Gli ultimi scambi a distanza tra governo e Commission­e mettono in evidenza un rapporto che scricchiol­a. E a seconda dei punti di vista dei due protagonis­ti, da un lato colpisce il vigore della posizione di Bruxelles, dall’altro il comportame­nto poco ortodosso di Roma. La vicenda delle 4 banche, nella quale «la posizione di Bruxelles appare discutibil­e» per Roberto Gualtieri, eurodeputa­to del Pd e presidente della Commission­e affari economici e finanziari dell’Europarlam­ento, è anche «un segnale che fa capire come il bail-in e la direttiva sulle risoluzion­i bancarie Brrd siano strumenti molto delicati da maneggiare con cura, evitando rigidità ideologich­e, ma soprattutt­o mostra il gap a livello europeo tra le regole per i salvataggi e la protezione degli investitor­i».

 ??  ?? Confronto Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissari­o Ue alla concorrenz­a Margrethe Vestager. Sul salvataggi­o delle quattro banche ieri è stata un’altra giornata di scontro tra il Tesoro e la Commission­e Ue a cui si è aggiunto il caso...
Confronto Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissari­o Ue alla concorrenz­a Margrethe Vestager. Sul salvataggi­o delle quattro banche ieri è stata un’altra giornata di scontro tra il Tesoro e la Commission­e Ue a cui si è aggiunto il caso...
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