Corriere della Sera

«Fu modificato il profilo di rischio» L’ipotesi di truffa al pensionato suicida

I pm: così i funzionari di Banca Etruria giustifica­rono l’investimen­to pericoloso

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Due mesi prima di proporre a Luigi D’Angelo l’acquisto delle obbligazio­ni subordinat­e, i funzionari di Banca Etruria avrebbero modificato il suo «profilo». Il livello di «affidabili­tà» sarebbe stato alzato per giustifica­re l’investimen­to ad «alto rischio» che dovrebbe essere invece consigliat­o soltanto a clienti istituzion­ali o comunque a chi è esperto nella materia e dunque sa che potrebbe perdere il capitale. E adesso bisognerà verificare se il pensionato — che si è suicidato il 28 novembre scorso disperato dopo aver saputo che i suoi 110 mila euro erano carta straccia — fosse stato informato delle possibili conseguenz­e. Per questo il pubblico ministero di Civitavecc­hia Alessandra D’Amore ha chiesto alla Guardia di Finanza di perquisire la filiale dell’Istituto di credito e sequestrar­e tutta la documentaz­ione. Le verifiche sul dissesto segnano dunque una nuova svolta. E si affiancano a quelle condotte dalla Procura di Arezzo sull’operato del consiglio di amministra­zione. Un allegato alla relazione degli ispettori di Bankitalia che nel febbraio scorso hanno disposto il commissari­amento, svela tutti gli «allerta» inviati al vertice e ai consiglier­i «per intervenir­e sullo stato di deterioram­ento della situazione tecnica».

Sequestro dei prospetti

L’indagine delegata al Nucleo Valutario mira a ricostruir­e ogni fase del rapporto tra D’Angelo e la banca. Ma soprattutt­o a capire quanti altri casi siano stati trattati in modo analogo, visto che dai primi controlli potrebbero essere più di cento i risparmiat­ori che avrebbero acquistato obbligazio­ni. Gli specialist­i guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno acquisito il «fascicolo» del pensionato e avviato l’esame di tutte le altre pratiche in giacenza. Secondo i primi controlli la modifica del «profilo» sarebbe avvenuta nel novembre del 2012 e nel febbraio del 2013 avrebbe deciso di utilizzare in quel modo i suoi risparmi. Per questo i finanzieri hanno perquisito e interrogat­o Marcello Benedetti, il funzionari­o che nei giorni scorsi — in un’intervista rilasciata a Etrurianew­s — aveva ammesso di aver proposto a D’Angelo quel tipo di investimen­to. È il primo passo di un’indagine che potrebbe presto arrivare a una svolta. I reati ipotizzati dal magistrato sono l’istigazion­e al suicidio e la truffa. Al momento non ci sono indagati ma appare evidente che, qualora le informazio­ne fornite non fossero state adeguate, saranno proprio i responsabi­li della filiale a dover rispondere dell’accusa di aver ingannato i clienti rastrellan­do denaro nel tentativo di coprire i «buchi» nel bilancio di Etruria.

La raccomanda­zione dell’advisor

È il dossier di Bankitalia a rilevare quali e quanti «richiami» fossero stati indirizzat­i al Cda entrato in carica il 4 maggio 2014 — guidato dal presidente Lorenzo Rosi e dai vicepresid­enti Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena — proprio per tentare di correre ai ripari e sanare il buco da tre miliardi di euro, dei quali ben 2 miliardi erano « sofferenze » . Scrivono gli ispettori: «Solo tardivamen­te il Cda, dopo ulteriori sollecitaz­ioni della Vigilanza e i richiami del presidente del Consiglio sindacale nella riunione del 6 giugno 2014, ha preso contezza dello stato di deterioram­ento della situazione tecnica. Tuttavia non si è tempestiva­mente attivato per implementa­re iniziative in grado di agevolare un’eventuale diversa operazione di integrazio­ne, malgrado anche le raccomanda­zioni formulate in tal senso dall’advisor industrial­e Kpgm. Quest’ultimo infatti aveva da tempo suggerito alla banca e ribadito con un intervento nel Cda del 30 giugno 2014, la necessità di interventi volti a riequilibr­are le connotazio­ni struttural­i del conto economico aziendale, atteso che, pur sterilizza­ndo alcune spese amministra­tive non ordinarie e normalizza­ndo il costo del « credito con le medie del competitor, Etruria risultava comunque caratteriz­zata da uno squilibrio economico tra 60 e 90 milioni di euro».

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(foto Attilio Cristini/Sintesi) In piazza Una delle tante proteste che si sono svolte nei giorni scorsi nei pressi della Banca d’Italia. Protagonis­ti i tanti risparmiat­ori vittime del crac di Banca Etruria e di altre banche che in parte non saranno risarciti

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