«Fu modificato il profilo di rischio» L’ipotesi di truffa al pensionato suicida
I pm: così i funzionari di Banca Etruria giustificarono l’investimento pericoloso
Due mesi prima di proporre a Luigi D’Angelo l’acquisto delle obbligazioni subordinate, i funzionari di Banca Etruria avrebbero modificato il suo «profilo». Il livello di «affidabilità» sarebbe stato alzato per giustificare l’investimento ad «alto rischio» che dovrebbe essere invece consigliato soltanto a clienti istituzionali o comunque a chi è esperto nella materia e dunque sa che potrebbe perdere il capitale. E adesso bisognerà verificare se il pensionato — che si è suicidato il 28 novembre scorso disperato dopo aver saputo che i suoi 110 mila euro erano carta straccia — fosse stato informato delle possibili conseguenze. Per questo il pubblico ministero di Civitavecchia Alessandra D’Amore ha chiesto alla Guardia di Finanza di perquisire la filiale dell’Istituto di credito e sequestrare tutta la documentazione. Le verifiche sul dissesto segnano dunque una nuova svolta. E si affiancano a quelle condotte dalla Procura di Arezzo sull’operato del consiglio di amministrazione. Un allegato alla relazione degli ispettori di Bankitalia che nel febbraio scorso hanno disposto il commissariamento, svela tutti gli «allerta» inviati al vertice e ai consiglieri «per intervenire sullo stato di deterioramento della situazione tecnica».
Sequestro dei prospetti
L’indagine delegata al Nucleo Valutario mira a ricostruire ogni fase del rapporto tra D’Angelo e la banca. Ma soprattutto a capire quanti altri casi siano stati trattati in modo analogo, visto che dai primi controlli potrebbero essere più di cento i risparmiatori che avrebbero acquistato obbligazioni. Gli specialisti guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno acquisito il «fascicolo» del pensionato e avviato l’esame di tutte le altre pratiche in giacenza. Secondo i primi controlli la modifica del «profilo» sarebbe avvenuta nel novembre del 2012 e nel febbraio del 2013 avrebbe deciso di utilizzare in quel modo i suoi risparmi. Per questo i finanzieri hanno perquisito e interrogato Marcello Benedetti, il funzionario che nei giorni scorsi — in un’intervista rilasciata a Etrurianews — aveva ammesso di aver proposto a D’Angelo quel tipo di investimento. È il primo passo di un’indagine che potrebbe presto arrivare a una svolta. I reati ipotizzati dal magistrato sono l’istigazione al suicidio e la truffa. Al momento non ci sono indagati ma appare evidente che, qualora le informazione fornite non fossero state adeguate, saranno proprio i responsabili della filiale a dover rispondere dell’accusa di aver ingannato i clienti rastrellando denaro nel tentativo di coprire i «buchi» nel bilancio di Etruria.
La raccomandazione dell’advisor
È il dossier di Bankitalia a rilevare quali e quanti «richiami» fossero stati indirizzati al Cda entrato in carica il 4 maggio 2014 — guidato dal presidente Lorenzo Rosi e dai vicepresidenti Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena — proprio per tentare di correre ai ripari e sanare il buco da tre miliardi di euro, dei quali ben 2 miliardi erano « sofferenze » . Scrivono gli ispettori: «Solo tardivamente il Cda, dopo ulteriori sollecitazioni della Vigilanza e i richiami del presidente del Consiglio sindacale nella riunione del 6 giugno 2014, ha preso contezza dello stato di deterioramento della situazione tecnica. Tuttavia non si è tempestivamente attivato per implementare iniziative in grado di agevolare un’eventuale diversa operazione di integrazione, malgrado anche le raccomandazioni formulate in tal senso dall’advisor industriale Kpgm. Quest’ultimo infatti aveva da tempo suggerito alla banca e ribadito con un intervento nel Cda del 30 giugno 2014, la necessità di interventi volti a riequilibrare le connotazioni strutturali del conto economico aziendale, atteso che, pur sterilizzando alcune spese amministrative non ordinarie e normalizzando il costo del « credito con le medie del competitor, Etruria risultava comunque caratterizzata da uno squilibrio economico tra 60 e 90 milioni di euro».