Negato a musulmani l’ingresso negli Usa L’«idea» di Trump vicina alla realtà?
lo stesso Mohammed al quotidiano Guardian. La famiglia è tornata a casa. Prima di lasciare l’aeroporto i Mahmood hanno dovuto restituire tutti gli acquisti fatti nel «duty-free». La compagnia aerea Norwegian si è subito chiamata fuori, facendo sapere che non avrebbe restituito i soldi dei biglietti.
L’incidente è diventato un caso politico internazionale quando la deputata laburista, Stella Creasy, si è rivolta al premier conservatore David Cameron, invitandolo a protestare con l’amministrazione americana. E il primo ministro ha assicurato che «si sarebbe occupato a fondo della vicenda».
Stella Creasy, intervistata dalla Bbc, ha detto che gli Stati Uniti hanno negato il permesso di ingresso ad altri quattro cittadini britannici di fede musulmana. « Nessuno sa perché queste persone siano state bloccate — ha aggiunto la parlamentare britannica —. Conosciamo solo qual è il comune denominatore tra di loro. Tutti siamo d’accordo che si debba essere assolutamente vigili contro il terrorismo, ma deve essere chiaro che non possiamo agire sulla base di un pregiudizio».
Il 7 dicembre, quindi una settimana prima che i Mahmood dovessero rinunciare a Disneyland, il candidato repubblicano Donald Trump aveva scosso l’opinione pubblica mondiale: «Dobbiamo vietare l’ingresso dei musulmani nel nostro Paese». «Proposta contraria ai valori americani e agli interessi di sicurezza nazionale » , aveva replicato la Casa Bianca.
Subito dopo l’attacco al centro per disabili a San Bernardino, il 2 dicembre in California, i controlli sono stati rafforzati sia sul territorio americano, sia nei consolati, allungando le procedure di rilascio dei visti, sia, infine, alle frontiere. Un portavoce della Dogana statunitense precisa che ci possono essere diverse ragioni per vietare anche all’ultimo momento l’ammissione negli Stati Uniti di un cittadino straniero. Dai problemi di salute ai precedenti penali. Ma è indubbio
La deputata Creasy
«Dobbiamo essere vigili sul terrorismo, ma così si agisce sulla base del pregiudizio»