Lo Zimbabwe adotta lo yuan Alla valuta cinese corso legale
L’avanzata di Pechino in Africa e la mossa disperata di Mugabe
cui la novità potrà «molto agevolare il turismo» dall’Oriente.
Il viaggio che più conta l’ha fatto il presidente cinese Xi Jinping, che il mese scorso ha effettuato una visita di Stato atterrando in una delle capitali paria dell’Africa (agli occhi degli occidentali). «Apprezziamo molto la flessibilità cinese», ha gongolato il novantunenne Mugabe (sottoposto a sanzioni internazionali) ricevendo il generoso ospite. E ieri al giornale governativo Sunday Mail il ministro che regge all’Elefante i cordoni della borsa ha annunciato che Pechino graziosamente ha cancellato la fetta di 40 milioni di debito che avrebbe dovuto riscuotere alla fine del 2015.
Lo Zimbabwe cade a pezzi. Difficile immaginarlo come ambita nuova colonia del gigante cinese, pur comprata a prezzi stracciati. Anche se, all’inizio di dicembre, Xi Jinping ha promesso per l’intero continente 60 miliardi di dollari in finanziamenti allo sviluppo, parlando al «Forum on ChinaAfrica Cooperation» di Johannesburg che ha richiamato intorno a lui ben 40 capi di Stato (altro che il tour di Obama). Intanto però più dell’85% delle transazioni nel Paese di Mugabe avviene ancora con i dollari del «nemico americano» (contro cui l’Elefante tuona spesso). Il resto è rand, la (debole) valuta del confinante Sudafrica dove lavorano 3 milioni di emigrati dallo Zimbabwe. Mentre la crisi è tornata a mordere duro. Già da tempo, comunque, grazie all’espandersi dell’economia cinese, lo yuan era considerato valuta di riferimento. Dal 30 settembre è convertibile Le Banca centrale cinese ha annunciato ieri l’allungamento degli orari di negoziazione dello yuan per facilitare gli investitori stranieri
Quest’anno la siccità ha dimezzato i raccolti di mais (1,5 milioni di persone senza cibo). In netto calo il business del tabacco (prima esportazione). Semafori spenti per i blackout, nelle strade buche grandi come laghi. In un Paese di 14 milioni di abitanti, solo 700 mila hanno un lavoro «formale».
Che importa, adesso nello Zim arriva lo yuan. Mentre un Paese in ginocchio conta i giorni che restano all’Elefante. Yuan sì, Confucio no (Mugabe a ottobre ha rifiutato il discusso «Premio Confucio» per la pace dopo aver saputo che non veniva dal governo di Pechino). Il 2016 è visto come l’anno del cambio al vertice dopo 35 anni. Il vice attuale, il truce Mnangagwa detto il Coccodrillo, pare in pole position per una (poco democratica) successione. Ma occhio alla first lady Grace, che tra l’altro più del Cocco è di casa a Hong Kong (dove hanno studiato i figli). E se il vecchio Bob cercasse di ingraziarsi i cinesi per dare un puntello alla moglie?