Corriere della Sera

E le faccende domestiche diventano un gioco a premi

- Di Michela Proietti

ar funzionare un matrimonio richiede un mucchio di lavoro. E non parlo solo dell’aspetto emotivo: mi riferisco proprio alle faccende domestiche». Steven Leckart,firma del Wall Street Journal, racconta in un articolo confession­e - in puro stile «gonzo» - il modo in cui è riuscito a individuar­e la via d’uscita per la sua coppia. Come Roberto Benigni nella «Vita è bella», ha trasformat­o un incubo in un gioco a premi. La «gamificati­on» del lavoro La cameriera perfetta Robin Williams nel film Mrs Doubtfire

domestico, che assegna punti a chi passa l’aspirapolv­ere o a chi lava i piatti (e i punti equivalgon­o, a fine anno, a soldi), ha permesso di superare le imperfezio­ni dell’«economia del baratto coniugale». «Da quando abbiamo figli, l’idea di scambio è al centro delle nostre conversazi­oni: se porti fuori il cane, io vado a prendere i bambini», scrive Leckart. Nonostante questo, il lavoro non era mai ripartito equamente. «D’accordo, buttavo l’immondizia, caricavo di bagagli la nostra station wagon prima dei viaggi... ma non c’era una reale parità». È nata così l’idea del gioco a premi. A ogni attività è stato assegnato un punteggio, a seconda dell’impegno richiesto: il bagnetto ai bambini vale un punto(1 per ogni bambino), la spesa settimanal­e 2, cucinare la cena 3, ordinare cibo da asporto 1. È stato escluso dal conto il cambio dei pannolini, attività molto congeniale ai papà 2.0, ma per le donne una routine elementare. Alla fine Linda, la moglie, ha battuto Steven con 313,5 punti contro 98,5: con i 500 dollari vinti è volata in vacanza a Las Vegas. Nella busta premio di Steven, di dollari ce n’erano appena 143. «Un amico mi ha detto: nel momento in cui inizi a segnare punti con tua moglie, hai già perso. Ma ho promesso a Linda che continuerò a lavorare per il nostro 50-50».

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