L’industria prova a rialzare la testa, salgono fatturato e ordinativi
Istat: a ottobre balzo del 2% del giro d’affari. La spinta dell’export e del settore auto. Segnali positivi per i consumi
MILANO Bisogna mettere le lancette indietro a più di tre anni fa, agosto 2012, per scovare un dato migliore e se non è certo un quadro definitivo, senz’altro dice qualcosa di molto chiaro: l’industria italiana sta provando a rialzare la testa.
Come spiegano gli ultimi dati pubblicati ieri dall’Istat secondo cui il fatturato ha segnato ad ottobre un incremento del 2% rispetto a settembre con variazioni positive sia sul mercato interno (+1,4%) sia su quello estero (+3,1%). Ma non solo: anche rispetto allo scorso anno i dati del fatturato sono in crescita (+1,6%) insieme agli ordinativi che aumentano del 4,6% sul mese e del 2,2% sull’anno.
I numeri, che riguardano un solo mese, vanno analizzati con prudenza ma di certo anticipano quello che sta accadendo al tessuto industriale italiano nei vari settori. Le variazioni positive più significative (in ambito fatturato) sono state registrate nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+22,0%), computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+21,3%) mentre per quanto riguarda gli ordinativi, a trainare la crescita è stata la fabbricazione di mezzi di trasporto (+30,3%) e le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+7,6%). «I dati confermano che la ripresa c’è e che le industrie italiane hanno ricominciato a produrre con maggiore continuità - ha commentato ieri la Cisl - ma nonostante questo dobbiamo prendere atto che l’impatto sulla occupazione ancora non c’è».
I numeri Il fatturato ha segnato variazioni positive sul mercato interno (+1,4%) ed estero (+3,1%)
Ancora in chiaro scuro invece i dati sul commercio al dettaglio: se da un lato, infatti, le vendite a ottobre sono diminuite per il secondo mese consecutivo (-0,3% in valore da settembre), dall’altro lato si è verificata una crescita dell’1,8% rispetto a ottobre 2014, la più consistente da un anno e mezzo a questa parte. E a guidare gli aumenti sono stati proprio i settori che hanno sofferto di più la crisi, in primis abbigliamento e pelletteria. «Si può ipotizzare che le famiglie stiano tornando a spendere - ha spiegato Confcommercio -. ma rispetto allo scorso anno l’e-commerce cresce in doppia cifra, la grande distribuzione, pure in un contesto di margini decrescenti, si avvicina al +2% di fatturato e la distribuzione tradizionale invece mostra difficoltà ad agganciare la ripresa con un +0,1% nei primi dieci mesi del 2015 rispetto all’analogo periodo del 2014». «I dati non permettono ancora di parlare di netto recupero della spesa delle famiglie» ha aggiunto Confesercenti mentre per Federdistribuzione ci sono chiari «sintomi di ripresa» che «mandano segnali positivi».