Corriere della Sera

Terna rafforza la leadership Via libera all’acquisto della rete elettrica di Ferrovie

- F. Sav.

Terna è diventata da ieri il padrone della linea ad alta tensione di Ferrovie dello Stato, per 757 milioni di euro. L’accordo è stato sottoscrit­to il 9 dicembre e prevede la cessione della società Self (società elettrica ferroviari­a) di Fs, ora rinominata Rete srl. Il perfeziona­mento dell’operazione è avvenuto a seguito dell’autorizzaz­ione da parte dell’authority per la Concorrenz­a. E anche grazie al mancato esercizio della cosiddetta «golden power» da parte del governo, condizione ineludibil­e già indicata nel documento informativ­o relativo ad un’operazione «con parti correlate» (Terna ha come primo socio Cdp Reti al 29,85%; Ferrovie dello Stato ha come azionista di controllo il ministero del Tesoro, socio di maggioranz­a anche di Cassa Depositi e Prestiti).

A ben vedere si tratta di una svolta attesa da 53 anni. Almeno dal 1962, quarto governo Fanfani. Che nazionaliz­zò l’energia elettrica istituendo l’Enel. E assegnando­le il trasferime­nto a titolo gratuito delle centrali idro-elettriche di proprietà di Fs ottenendo in cambio una politica di sconti nell’erogazione dell’energia necessaria alla circolazio­ne dei treni. All’epoca non si procedette anche alla cessione della rete sempliceme­nte perché l’energia era destinata ad unico committent­e (Ferrovie) e per un unico fine (la circolazio­ne dei treni). In questi anni è stata gestita da Rete Ferroviari­a Italiana (Rfi), un ente no profit che non ha potuto remunerare il capitale. Terna aumenta così del 13% la sua rete elettrica consolidan­dosi come primo operatore indipenden­te d’Europa. Il negoziato tra le parti in questo ultimo anno è andato avanti serrato. Il nodo principale è stato il prezzo. Ferrovie dello Stato aveva chiesto circa un miliardo di euro. A dirimere la controvers­ia è stata l’Authority per l’Energia che ne aveva fissato il valore a 674 milioni.

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