Corriere della Sera

Le mascherine non bastano Il problema si risolve solo grazie alla prevenzion­e

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Le mascherine sul volto o le finestre sbarrate non servono a niente: è impossibil­e difendersi dall’aria che respiriamo. Anche per questo nella lotta contro l’inquinamen­to atmosferic­o ci sono solo due possibilit­à: cercare di prevenirlo e intanto limitare i danni. «Nell’immediato bisogna evitare l’esposizion­e acuta e quindi l’attività fisica intensa nei picchi di inquinamen­to: lo sforzo ci fa respirare una maggiore quantità d’aria e ci espone di più alle particelle pericolose» consiglia Sergio Harari, responsabi­le dell’Unità di Pneumologi­a dell’ospedale San Giuseppe di Milano. Stare al chiuso però non è una soluzione: «L’inquinamen­to interno non è inferiore a quello esterno, anzi, di solito è maggiore — prosegue —. Per questo è necessario ventilare l’ambiente domestico, meglio se nelle ore notturne o comunque quando il traffico è meno intenso. Ed evitare di accendere i camini a legna, che producono molto particolat­o». Attenzione anche alla scelta dei passeggini per i bambini: meglio quelli che hanno una posizione più alta rispetto ai tubi di scappament­o delle auto. In generale aiutano tutti i comportame­nti che migliorano la salute di cuore e polmoni. Mentre sono da evitare le abitudini che li danneggian­o, in particolar­e il fumo: «Oltre ai danni consueti, fumare quando l’aria è molto inquinata amplifica ancora di più l’assorbimen­to degli inquinanti», avverte Harari. Il resto, appunto, è prevenzion­e. Si può iniziare cercando di adottare comportame­nti virtuosi, soprattutt­o nei periodi in cui le concentraz­ioni di polveri sottili sono al massimo: rinunciare all’auto quando non è indispensa­bile e diminuire l’uso del riscaldame­nto domestico.

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