Corriere della Sera

Ilva, l’Italia prepara la difesa: «Il risanament­o per bonificare»

La Commission­e europea ha avviato un’indagine preliminar­e per valutare l’avvio della procedura di infrazione

- DALLA NOSTRA INVIATA Francesca Basso

degli stabili ritenuti gioielli preziosi rispetto alla stabilità patrimonia­le.

Le finte consulenze

Subito dopo la pausa natalizia i due fronti d’inchiesta — quello di Arezzo sulla situazione patrimonia­le e quello di Civitavecc­hia sulla vendita delle obbligazio­ni ai piccoli risparmiat­ori — potrebbero essere segnati da importanti sviluppi con nuove iscrizioni nel registro degli indagati. Anche tenendo conto che le verifiche sono ormai a tutto campo e spaziano fino all’affidament­o degli incarichi esterni a profession­isti che — questo è

Un’indagine preliminar­e. Al momento attuale la Commission­e europea non ha aperto una procedura di infrazione per aiuti di Stato nei confronti dell’Italia per i fondi stanziati a favore dell’Ilva con il prestito ponte da 300 milioni degli inizi di dicembre. Ha aperto invece un’indagine preliminar­e, atto dovuto in presenza di una denuncia. In base alla valutazion­e a cui giungerà, Bruxelles deciderà se procedere o meno con un’indagine formale, al termine della quale questa volta sì la Commission­e Ue stabilirà se c’è aiuto di Stato. La notifica potrebbe arrivare nel giro di pochi giorni.

L’attenzione nei confronti dell’Ilva di Taranto è alta. «La Commission­e è consapevol­e — spiega un portavoce — dell’importanza delle bonifiche all’interno dello stabilimen­to e nell’area circostant­e». Ed è per questo che «siamo in contatto con le autorità italiane su questi problemi. Non possiamo dare un giudizio affrettato sul risultato dell’indagine a questo

Nell’ottobre del 2013, annotano gli ispettori «viene conclusa un’operazione da 29 milioni di euro con la quale Etruria delibera la riacquisiz­ione degli immobili di Firenze dove sono ubicate la Direzione generale e le filiali 1 e 2 della “controllat­a” Banca Federico Del Vecchio a cui detti cespiti sono stati concessi in leasing immobiliar­e». Il giudizio dei funzionari della Vigilanza stigmatizz­a «le scarne motivazion­i a supporto dell’opportunit­à del riacquisto, incentrate sui “risparmi” a livello di gruppo (quantifica­ti in tre milioni di euro) che sarebbero stati conseguiti con il leasing rispetto al canone di locazione. Non è fatta invece menzione delle spese via via sostenute per le consulenze, stimate in 625 mila euro, né sono state adeguatame­nte approfondi­te le ricadute prospettic­he dell’operazione, in particolar­e sulla liquidità». Ed evidenzia come si sia «rinunciato a incamerare il stadio». Se si dovesse passare all’inchiesta formale, l’Italia riceverà una lettera di messa in mora e, come stabilito dalla procedura per gli aiuti di Stato, avrà due mesi di tempo per presentare le proprie osservazio­ni, in certi casi però la Commission­e si può esprimere anche in soli venti giorni dalla notifica. La linea del governo è chiara: se Bruxelles dovesse obiettare che lo Stato non può dare fondi all’Ilva perché violerebbe le regole Ue, Roma ha fatto sapere che replicherà affermando che gli interventi previsti con le leggi hanno il solo obiettivo di risanare e bonificare la più grande acciaieria d’Europa.

Il punto di partenza è la denuncia che ha ricevuto la Commission­e su possibili aiuti pubblici. La concorrenz­a in Europa nell’acciaio è molto forte e non è un mistero che Francia, Germania e Gran Bretagna riceverebb­ero un vantaggio da un’Ilva fuori dai giochi. L’ultimo consiglio Ue sulla Concorrenz­a del novembre scorso aveva al centro proprio la crisi del settore. Ma la contestazi­one è molto forte anche in casa, a cominciare dagli ambientali­sti — come Peacelink Taranto — che denunciano l’uso dei fondi destinati al gruppo siderurgic­o per il salvataggi­o finanziari­o e non per il risanament­o ambientale. Dunque l’Antitrust europea sta verificand­o se gli interventi previsti dalla legge «salva Ilva» sono in contrasto che le norme Ue. Bruxelles nutrirebbe anche alcuni dubbi sugli 800 milioni stanziati con la legge di Stabilità 2016. E sotto la lente sarebbero pure finiti i fondi già erogati a vario titolo per far fronte all’emergenza ambientale.

Nei prossimi giorni vi saranno nuovi contatti tra il ministero dello Sviluppo e l’Authority Ue. Ma già qualche giorno fa a Bari, Roberto Garofoli, capo di gabinetto del ministero dell’Economia, spiegava che le iniziative del governo per l’Ilva sono coerenti con le norme Ue perché in materia ambientale l’azione pubblica è ammessa. E il sottosegre­tario agli Affari europei, Sandro Gozi, ha ribadito che il tema ambientale è la priorità che ha guidato l’esecutivo.

La situazione è complicata. L’Italia ha già un’altra procedura di infrazione del settembre 2013 per violazioni ambientali. Il decreto «salva Ilva» passerà in Senato a gennaio per la conversion­e in legge. Il governo sta lavorando a un piano per la cessione a una cordata di privati. E tutto deve avvenire entro giugno.

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