Corriere della Sera

La vicenda

- Sopra le calciatric­i posano contro la violenza sulle donne, foto Cinzia Lombardo)

«Quando le minacce sono indirizzat­e ai bambini è arrivato il momento di mollare tutto». Ferdinando Armeni presidente dello «Sporting Locri», squadra della serie A femminile di calcio a 5, è deluso e amareggiat­o e ha deciso di gettare la spugna dopo l’ennesimo «pizzino » che gli imponeva la chiusura della società. «Non ci sono più le condizioni — dice —. Ho costruito con sacrifici questa squadra, un vanto per Locri e per l’intera regione. L’anno scorso siamo arrivati secondi in campionato e quest’anno siamo quarti. Non so chi c’è dietro queste minacce e non capisco cosa si voglia ottenere con la chiusura della società».

Il primo biglietto d’intimidazi­one porta la data del 7 dicembre. Sul parabrezza dell’auto di Armeni un foglio bianco con scritto: «Devi chiudere lo Sporting Locri». Una richiesta che Armeni ha considerat­o

Ferdinando Armeni, dirigente dello Sporting Locri, squadra di calcio femminile a 5, ha chiuso la società dopo aver ricevuto minacce

La società era nota anche per le iniziative sociali (

In campo Le ragazze dello «Sporting Locri» prima di una gara di serie A: al momento sono quarte in classifica

un banale scherzo. Poi ne sono seguite altre tre, sempre lasciate sul parabrezza dell’auto, con la stessa richiesta. A due giorni dal Natale la frase più drammatica, perché mirava agli affetti familiari: «Forse non l’hai ancora capito che devi chiudere lo Sporting Locri se non vuoi avere danni. Sappiamo chi solitament­e si siede in questo posto». L’allusione era chiara. Il «pizzino» era stato lasciato sul finestrino anteriore dell’auto di Armeni, dove solitament­e è sistemato il seggiolino

del figlio di tre anni. Questa minaccia ha preoccupat­o il presidente della squadra che in una nota ufficiale ieri ha reso noto di «voler interrompe­re l’attività agonistica».

I carabinier­i di Locri hanno avviato le indagini per capire quale possa essere la matrice di queste intimidazi­oni. Per ora non ci sono elementi che possano far indirizzar­e le investigaz­ioni su elementi della ‘ ndrangheta. La vicenda è complessa ed è difficile decifrarla anche perché non ci sono Armeni: «L’ultima volta hanno preso di mira il mio bambino di tre anni. Mollo tutto»

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