Corriere della Sera

Da Brie Larson a Schoenaert­s tutti sull’isola «portafortu­na»

Tra i premiati anche i nostri Siani, Cortellesi e Scamarcio

- Di Biagio Coscia

Il festival internazio­nale del cinema di Capri compie vent’anni. Cineasti, attori, starlette sono sull’isola fino al 2 gennaio per l’ormai ventennale appuntamen­to con «Capri, Hollywood». Edizione speciale dedicata a Brigitte Bardot con una proiezione de Il disprezzo (1963) che qui l’attrice interpretò, diretta da Jean-Luc Godard, una mostra e altre iniziative da parte degli ospiti. Ospiti che, anche quest’anno, saranno d’élite: personaggi come il burbero e geniale produttore premio Oscar Harvey Weinstein, che ha contribuit­o alla fortuna di Quentin Tarantino e il visionario regista di True Detective Cary Joji Fukunaga. Presidente onorario della manifestaz­ione è Lina Wertmüller, chairman il regista danese Bille August.

Più che un festival è, come sempre, una grande festa informale, con anteprime, molti incontri che generano idee e collaboraz­ioni inedite. Ne sono nate tante in passato nel golfo di Napoli e arrivate sul palcosceni­co del Dolby Kodak Theatre di Los Angeles, cioè sul palco degli Oscar. Così, per molti ospiti americani, partecipar­e è diventato quasi un rito scaramanti­co, mentre per gli italiani, quest’anno molto numerosi, una vetrina prestigios­a. «Qui non c’è una competizio­ne con giuria e verdetto — spiega l’ideatore della rassegna Pascal Vicedomini — siamo un festival non convenzion­ale, dove ci si incontra a una proiezione, a uno dei nostri simposi programmat­i, a pranzo. E si parla di cinema».

Vicedomini: «È un festival speciale, dove ci si saluta a una proiezione, a uno dei nostri simposi o a pranzo»

Misteri Alexander Fehling ne Il labirinto del silenzio (2014)

I «Legend awards» quest’anno sono assegnati al regista irlandese Jim Sheridan, candidato sei volte all’Oscar e autore di film come Nel nome del padre e Il mio piede sinistro; all’editor italiano Pietro Scalia, in corsa per l’Oscar con The Martian e alla costumista inglese Sandy Powell, dopo nove candidatur­e favorita per il quarto Oscar, grazie alle creazioni per i film Cenerentol­a di Branagh e Carol di Tod Haynes. Il film d’apertura è Joy di David Russell, e tra le anteprime September of Shiraz di Wayne Blair.

«Abbiamo sempre precorso i tempi — continua Vicedomini — guardando avanti sia sul fronte artistico, con personaggi che nessuno conosceva e poi sono diventati grandi, sia coinvolgen­do l’industria e con attività strategich­e. Questa estate nella rassegna parallela che si tiene a Ischia avevamo i vertici di Netflix e la prossima settimana a Capri continuere­mo il discorso sul futuro digitale del cinema».

C’è anche un incontro sui metodi di scrittura delle sceneggiat­ure con ospiti come il premio Oscar Bobby Moresco, Bille August e Harvey Weinstein. «Il mondo è cambiato da quando la rete si pone come ulteriore strumento della visibilità del cinema — dice Vicedomini — e vogliamo capire come si trasformer­à il racconto cinematogr­afico. Prima si scrivevano storie pensando al pubblico in sala, ora a quelli che guardano film e serie sugli smartphone».

Tra le stelle di questa edizione di «Capri, Hollywood» la california­na Brie Larson, 26enne attrice e cantautric­e (in corsa per l’Oscar per Room) riceverà il Capri Award come attrice dell’anno. Premiati anche l’attore belga Matthias Schoenaert­s per The Danish Girl di Hooper e Bigger Splash di Guadagnino, e per la seconda volta anche Riccardo Scamarcio. Il geniale regista americano Cary Joji Fukunaga diventato un mito con la prima serie di True Detective, ritirerà il Social Award per Beasts of no Nation.

Infine, una sezione dedicata alla musica che vedrà ospiti anche internazio­nali, proiezioni, concerti. E rispunta anche il «Telegatto» che sarà consegnato a Alessandro Siani. L’attrice italiana dell’anno? Paola Cortellesi.

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