LO SPORT DIFENDE LE ATLETE DI LOCRI
Ipresidenti del Coni e della Federcalcio non lasciano sole le giocatrici di Locri che si sono ritirate dalla serie A di calcio a 5 perché minacciate.
Giovanni Malagò presidente del Coni e Carlo Tavecchio presidente della Federcalcio fanno gol. Il più bello, paragonabile a quelli che segna abitualmente Leo Messi. Il loro gol è ricco di valori, significati, passa dal sociale al politico, dà coraggio, fiducia, non fa sentire soli il presidente dello Sporting Locri, squadra di calcio a5, e le sue campionesse che hanno portato in serie A la formazione calabrese. Minacce, pizzini, gomme bucate, intimidazioni, atti subdoli che mettono paura, che hanno motivato il ritiro della squadra dal campionato. Ma ci si può ripensare, le autorità politiche e istituzionali hanno reagito, lo Sporting Locri deve credere nel futuro.
Così chiede e vuole anche chi governa lo sport. Giovanni Malagò, numero 1 del Coni, è stato sensibile, deciso e pronto nel suo intervento: «Locri deve giocare. Il 10 gennaio voglio vedere le ragazze in campo. Lo sport italiano è al fianco della società e delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti». Carlo Tavecchio, guida della Federcalcio, in passato criticato per certe chiacchiere al vento, parla con forza, ha un’idea vincente: «Porteremo a Locri le azzurre del calcio a cinque per testimoniare la nostra solidarietà. Il calcio italiano è unito contro la violenza e contro la vergogna di chi attraverso la minaccia non vuole si faccia sport». Indignazione e solidarietà anche dal presidente della Divisione calcio a 5 Fabrizio Tonelli, da Antonio Cosentino, presidente della Lega dilettanti, da Patrizia Panico, bandiera azzurra del calcio femminile.
Stavolta lo sport è sveglio, agile, capisce al volo che non si può far vincere chi «lavora» con i pizzini. Ferdinando Armeni, patron del club, deciso pare ad arrendersi, conquistato dalla paura, colga invece questa occasione, sfrutti la doppietta Malagò-Tavecchio, il suo Locri non è solo, faccia sentire alle giocatrici questa forza inattesa. Lo sport può far tanto, andare lontano, battere ogni confine, compresi quelli della paura, spazzare via minacce e pizzini.