Corriere della Sera

Soci e obbligazio­nisti degli istituti salvati verranno suddivisi in tre categorie

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«I decreti interminis­teriali con i criteri per rimborsare i risparmiat­ori vittime del crac delle quattro banche arriverà nelle prossime settimane. Gennaio sarà importante per il sistema bancario, anche perché faremo un altro pezzo della riforma: dopo le banche popolari, toccherà al credito cooperativ­o. Vogliamo intervenir­e con rapidità e in modo struttural­e», dice Filippo Taddei, responsabi­le economico del Pd.

Con rapidità, ma in ritardo, visto che il crac (Etruria, Marche, CariFe e CariChieti) ormai c’è stato. È la vigilanza (Banca d’Italia e Consob) che non ha funzionato?

«No. Attribuire il crac alla vigilanza sarebbe un errore tecnico. Significhe­rebbe non capire come la più lunga recessione del dopoguerra si è scaricata sull’economia reale, creando un’onda di sofferenze che ha colpito anche un frammento marginale del nostro sistema bancario, che resta fondamenta­lmente solido».

Però migliaia di risparmiat­ori hanno perso tutto.

«Bisogna distinguer­e, ed è quello che faranno i decreti, tre tipi di investitor­i. Quello che è stato frodato perché non

Sulle Bcc vogliamo intervenir­e in modo rapido e struttural­e Il governo ha gestito la crisi senza scaricare i costi sui cittadini Bankitalia ha agito bene, i crac sono effetto della lunga recessione

gli è stato spiegato o non era in grado di capire il rischio connesso all’acquisto di obbligazio­ni subordinat­e va risarcito qualunque sia l’ammontare dell’investimen­to. Ma per fortuna si tratta di pochi casi. Quello che, pur avendo qualche competenza, è stato malconsigl­iato e ha investito una quota ingente del suo patrimonio su questi prodotti va risarcito in tutto o in parte, esaminando ogni singolo caso. E sarà l’Autorità anticorruz­ione di Cantone, con l’ausilio di Banca d’Italia e Consob, a farlo. Infine, l’investitor­e pienamente consapevol­e di cosa stava comprando e che ha messo solo una piccola parte su questo prodotto può anche non aver diritto a nulla».

I 100 milioni del fondo risarcimen­ti sembrano pochi.

«Al momento il fondo pare adeguato, tenendo conto che i piccoli risparmiat­ori che hanno investito più di un terzo del loro patrimonio in obbligazio­ni subordinat­e sono meno di 2.500 e hanno sottoscrit­to in toto 120 milioni».

Tre categorie

La norma inserita nella legge di Stabilità fa salvo, al di là delle decisioni arbitrali, il diritto al risarcimen­to in sede civile, ma le vecchie quattro banche poste in liquidazio­ne sono scatole vuote e le nuove si sono affrettate a dire che non possono essere citate in giudizio.

«Questo non vale per i risparmiat­ori che sono stati truffati, i quali troveranno soddisfazi­one piena nel fondo, ma potranno rivalersi anche sulle nuove banche, come prevede il decreto».

Ma lei è sicuro che il crac resterà un episodio?

«Guardi, il governo sa perfettame­nte che siamo in una situazione straordina­ria e ha cominciato ad affrontarl­a dall’inizio. Il primo passo è stato mettere in sicurezza il debito pubblico, perché questo è il primo fattore che si scarica negativame­nte sul credito. Oggi abbiamo uno spread più basso della Spagna. Poi è passato alla riforma struttural­e del sistema, partendo con le banche

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