Corriere della Sera

Economista

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Filippo Taddei, responsabi­le Economia e Lavoro del Pd, si sta ora occupando del dossier delle banche e in particolar­e del tema dei rimborsi popolari, senza la quale gli strumenti ordinari della vigilanza non sono sufficient­i a gestire una situazione appunto straordina­ria, come si vede dal record delle sofferenze».

I crediti in sofferenza sono saliti in tutto a 200 miliardi. Il governo vuole metterli in un veicolo finanziari­o specifico (bad bank) ma non ha ancora l’ok dall’Ue, che vorrebbe questi crediti fossero molto più svalutati di quanto facciano di solito le banche italiane. Come se ne esce?

«Confido che si possa arrivare, d’intesa con Bruxelles, a una percentual­e equa per la svalutazio­ne dei crediti. Bisogna fare presto, perché il rischio vero che corre il sistema bancario italiano non è quello di non essere solvibile, ma di ritardare l’erogazione del credito di cui ha bisogno l’economia per ripartire. Ecco perché Bruxelles non deve abusare della nostra pazienza».

Che fate, cavalcate l’antieurope­ismo della Lega?

«No, non facciamo polemiche a prescinder­e, ma avanziamo critiche nel merito. Diciamo che dall’Europa ci aspetterem­mo anche qualche riconoscim­ento per come stiamo affrontand­o la situazione senza gravare sulle spalle dei contribuen­ti e rispettand­o i vincoli di bilancio».

Questa vicenda ha fatto perdere consensi al governo, anche per il coinvolgim­ento del padre del ministro Boschi, già vicepresid­ente di Banca Etruria. Le opposizion­i parlano di conflitto d’interessi e insider trading.

«Accuse fuori dal mondo. Abbiamo piena fiducia nella magistratu­ra. Ricordo che il papà del ministro Boschi ha già ricevuto dalle autorità una sanzione di 144mila euro. Se questo è un trattament­o di favore...».

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