Due morti in sala parto, accuse ai medici
La tragedia al Sant’Anna di Torino, le vittime sono la madre e la figlia che stava per venire alla luce I parenti: «Rimandata a casa due volte malgrado le contrazioni». Indaga Guariniello prima della pensione
In Italia sono 41 le donne morte di parto negli ultimi due anni. In Piemonte, dal 21 ottobre scorso, hanno perso la vita Andreina da Silva, una ragazza brasiliana di 26 anni deceduta all’ospedale di Pinerolo e, ieri mattina, Angela Nesta, 39 anni, che ha portato con sé la piccola Elisa che aveva in grembo. Fatalità oppure una falla nel progetto di sorveglianza della mortalità materna avviato dall’Istituto Superiore di Sanità che ha scelto il Piemonte come una delle regioni pilota (le altre sono Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia). In ogni caso una tragedia.
«Hanno ammazzato mia figlia e la mia nipotina» si dispera Pietro Nesta, 66 anni, un autista da poco in pensione e padre della vittima. L’uomo accus a l’equipe medica dell’ospedale Sant’Anna: «Angela — racconta — è andata in ospedale il 21 dicembre perché sentiva le prime contrazioni. Dopo il tracciato è stata mandata a casa. Così il giorno successivo. È stata ricoverata solo il 23. Dicevano che andava tutto bene». Sabato notte l’allarme. La corsa disperata in ospedale di Pietro Nesta e di Francesco Scarlata, il compagno di Angela, ma «non ci hanno fatto entrare in sala parto».
Ne è nato un battibecco, poi una lite con il personale medico fino a quando sono arrivati i carabinieri chiamati dai parenti della donna. «Non volevano fare entrare neppure loro», ricorda
La vittima Angela Nesta, 39 anni, morta di parto, qui con il compagno Francesco Scarlata
Pietro Nesta. All’alba la conferma: «Angela ed Elisa sono morte».
Un epilogo che Francesco non riesce ad accettare: «Una gravidanza normale, Angela è sempre stata bene. Negli ultimi giorni aveva accusato qualche sbalzo di pressione e preso qualche chilo, ma era una ragazza di un metro e ottanta di statura». Nulla lasciava presagire complicazioni: «Aveva frequentato il corso pre parto e il ginecologo non aveva mai manifestato
alcun timore».
Le domande che si pongono i famigliari delle vittime sono le stesse dei medici del Sant’Anna: «Il decorso clinico della paziente è stato del tutto regolare fino alla tarda serata di sabato quando si è registrata una complicazione improvvisa che ha fatto precipitare la situazione. Nell’ultima fase la signora — ha spiegato il primario di ostetricia e ginecologia dell’ospedale, Chiara Benedetto — ha subìto un arresto cardiaco.
La famiglia accusa i medici, sostenendo che la gravidanza era stata serena ma che la partoriente si era presentata per due volte in ospedale e per altrettante volte era stata rimandata a casa
Anche per l’ospedale il decesso è un mistero: fino all’ultimo le condizioni della donna erano buone Non c’è stato nulla da fare e malgrado la presenza dell’intera equipe medica (sette persone ndr) la bimba è nata morta e la mamma non si è più ripresa, nonostante i numerosi tentativi di rianimarla».
Una spiegazione che placa solo in parte l’esasperazione di Pietro Nesta: «Non un medico, un infermiere o un’ostetrica che siano venuti da me o da mio genero per spiegare ciò che era accaduto. Che mia figlia fosse morta l’ho saputo da un carabiniere. Voglio giustizia, è un mio diritto sapere perché Angela ed Elisa non ci sono più». La cartella clinica della donna è stata sequestrata dai
In reparto
Attimi di tensione tra i parenti delle vittime e i medici. Intervengono anche i carabinieri
carabinieri e trasmessa in procura dove, dopo essere stata presa in visione dal magistrato di turno, è stata acquisita dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello (che andrà in pensione tra pochi giorni). Il pm ha aperto un fascicolo penale («atti relativi», senza nessuna persona iscritta al registro degli indagati) per ora senza ipotizzare alcun reato e ha disposto l’autopsia che sarà eseguita oggi.