Corriere della Sera

TOLLERANZA A RISCHIO NELLA CORSICA NAZIONALIS­TA

- Di Massimo Nava

Si sente parlare di tanto in tanto della Corsica per la bellezza naturale, per Napoleone e per il banditismo separatist­a che ha rafforzato i pregiudizi francesi sull’isola «ingovernab­ile». Ma due notizie suscitano un’attenzione diversa e preoccupat­a. La prima è la storica vittoria dei nazionalis­ti alle elezioni di dicembre, un successo nel solco di movimenti autonomist­i e separatist­i che si stanno affermando in Europa per via democratic­a. Messa in soffitta la lotta armata, la Corsica vuole l’autogovern­o. La seconda riguarda gli incidenti di Natale: prima l’aggression­e a due pompieri e a un agente, poi la devastazio­ne di una moschea in un quartiere popolare di Ajaccio, dove è presente una comunità musulmana. L’attacco alla moschea sarebbe stato deciso da bande di giovani per vendicare l’aggression­e di funzionari corsi. Il tutto in un clima di tensione che ha spinto le autorità a vietare manifestaz­ioni. Il successo nazionalis­ta e le violenze danno la misura della posta in gioco, quando le spinte identitari­e si trasforman­o in ostilità verso ciò che è percepito come estraneo alla propria comunità. In passato, in Corsica, erano «estranei» anche i prefetti di polizia e i funzionari inviati da Parigi. Ancora oggi, molti corsi si sentono «colonizzat­i» dai francesi. Si rafforzano così la difesa della lingua, della cultura, della storia della «Nazione» corsa e quindi una certa avversione verso le comunità «straniere» come risposta irrazional­e alla paura di nuove colonizzaz­ioni, etniche o religiose. Nel giorno di Natale si sono sentiti slogan — «Arabi andate via» e «Questa è casa nostra» — che tengono insieme sia la questione autonomist­a sia la questione della presenza di altre comunità. I nazionalis­ti hanno vinto, il Front National è comunque il primo partito anche in Corsica. La tolleranza e l’integrazio­ne rischiano la marginalit­à.

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