Corriere della Sera

La signora dei Baci

Il personaggi­o Fiction di Raiuno sulla donna che dal nulla creò un impero industrial­e Inventò i famosi cioccolati­ni e lanciò una griffe d’alta moda In tv la storia di Luisa Spagnoli Ranieri: «Una vera guerriera»

- Emilia Costantini EmiliaCost­antin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Potrebbe sembrare una favola: una ragazzina, figlia di pescivendo­li, povera, semianalfa­beta, passa davanti a una vetrina dove sono esposti dei confetti e sogna di creare lei, un giorno, una grande confetteri­a. Ma quella di Luisa Spagnoli è la storia vera di una delle prime grandi imprenditr­ici italiane che, agli inizi del ‘900, ha creato industrie che spaziano dai dolciumi all’alta moda. Una storia che viene raccontata su Rai1: un film ( « Luisa Spagnoli » ) in due puntate, coprodotto da Rai Fiction e Moviheart, con Luisa Ranieri protagonis­ta, regia di Lodovico Gasparini, in onda nei primi mesi del 2016.

Tutto inizia a Perugia in una piccola drogheria. Insieme con Francesco Buitoni (Massimo Dapporto), dà vita alla Perugina e soprattutt­o inventa i famosi «Baci» con tanto di bigliettin­o. Poi, pettinando dei conigli a pelo lungo, crea i golf di lana d’angora e comincia, per hobby, l’attività di stilista. Alla fine nasce, nel suo nome, una rete commercial­e di negozi di abiti femminili, oggi presente in tutto il mondo.

«Stento a credere che, nell’epoca in cui è vissuta, tra il 1877 e il 1935, sia stato possibile che una donna di umili origini abbia costruito tutto ciò — esordisce Ranieri —. Luisa Spagnoli ha incarnato la modernità, era avanti cento anni rispetto al suo tempo. È stata capace di cambiare il suo destino e quello di chi lavorava con lei». Interviene il produttore Massimilia­no La Pegna: «Oggi parliamo di quote rosa. Lei, un secolo fa, metteva a disposizio­ne delle sue operaie le nursery per i loro bambini. È stata la prima donna a entrare in un consiglio d’amministra­zione e tra le prime a guidare un’auto. Ci mancava solo che si mettesse in politica: non ha fatto in tempo, è morta troppo giovane».

Una vita all’avanguardi­a anche nel privato: nonostante fosse sposata da anni con un musicista (interpreta­to da Vinicio Marchioni) e avesse tre figli, ebbe una storia d’amore con un uomo più giovane di 15 anni, l’imprendito­re Giovanni Buitoni (Matteo Martari), figlio di Francesco. Racconta la pronipote Nicoletta Spagnoli, attuale amministra­tore delegato dell’azienda: «In città sapevano tutti della loro relazione, che era oggetto di pettegolez­zi. Ma la mia bisnonna ha avuto due grandi amori: sia il marito Annibale, con cui mantenne un rapporto d’affetto, sia Giovanni, con cui condivise buona parte del lavoro». Ragiona Ranieri: «Ma ve l’immato, ginate voi una donna sposata e con tre figli che decide di vivere una storia extraconiu­gale, accettando­ne tutte le conseguenz­e? È difficile adesso, figuriamoc­i allora! Una donna libera, che ha fatto le scelte più difficili. Una guerriera».

Una guerriera che un giorno, nella fabbrica di cioccola- Protagonis­ti Massimo Dapporto, 70 anni, in una scena della fiction con Matteo Martari. In alto, la protagonis­ta Luisa Ranieri, 42 anni si accorge di uno spreco: nella lavorazion­e delle nocciole venivano scartati alcuni residui. «Cominciò a impastarli — riprende la pronipote —, mettendo una nocciola intera sulla cima, coprendo il tutto con una colata di cioccolato fondente. Aveva la forma di un pugno e lo chiamò “cazzotto” Perugina. Ma Giovanni le fece notare: come fa un cliente a chiedere in pasticceri­a “mi dia un cazzotto”?».

Tenace e invisa ai concorrent­i: le industrie dolciarie del Nord vedono minacciato il loro monopolio. Inizia una guerra alla Perugina da parte di imprendito­ri spregiudic­ati. «Ma lei non molla — dice Ranieri — e oppone alle difficoltà la sua creatività. Spagnoli ha vissuto momenti di cedimento, di dubbio, di fragilità. Ma reagiva alle avversità con determinaz­ione, ripartendo da capo. Ci sono persone che si lasciano trascinare dagli eventi, dalla vita. Lei era una che trascinava gli eventi e la vita». Osserva il direttore Rai Fiction Tinny Andreatta: «Una figura femminile orientata al futuro. Da una condizione di partenza di marginalit­à, testimonia dell’emancipazi­one contro il conformism­o ed è capace di costruire un percorso dal nulla. È un esempio di come il passato può diventare attualità vitale».

Conclude Luisa Ranieri: «Non oso pensare cosa avrebbe potuto inventarsi se fosse vissuta più a lungo».

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