Corriere della Sera

«La scienza a teatro per salvare il mondo»

Laurea in Fisica e matematica, Brunello porta in scena il suo decalogo. «Educhiamo i ragazzi alla bellezza»

- Laura Zangarini

Arte e scienza. Due mondi distanti, lontani. Avvicinarl­i è l’obiettivo di Jet Propulsion Theatre, progetto della Compagnia Arditodesì­o di Andrea Brunello, che dal 2013 propone l’incontro su linee comuni tra l’estro e la sensibilit­à dell’artista con il rigore e l’obiettivit­à del ricercator­e, tra la poesia dell’arte con il dibatstro

Lo spettacolo Con «Pale Blue Dot» propongo azioni pratiche

tito scientific­o. In sintesi: il lato umano della scienza.

In Pale Blue Dot, nuovo spettacolo dopo l’applaudito Il principio dell’incertezza, ispirato al premio Nobel per la Fisica Richard Feynman, Brunello, autore, attore e regista, accompagna il pubblico in un viaggio nello spazio a bordo della Voyager 1. Un viaggio che è il pretesto, guardando il no- pianeta come appare da lassù, un Pallido Pallino Blu, per ripensare la questione ambientale.

Come? Brunello, una laurea in Fisica e matematica presso la Cornell University di New York e un Ph.D. in Fisica teorica, va diretto al punto: «Serve una rivoluzion­e per cambiare il mondo, per cambiare il nostro modo di vivere. Assistiamo a un disastro ambientale di dimensioni globali: la Terra “ha la febbre”, si sta scaldando con una velocità che non ha paragoni nella sua storia». La causa? Siamo noi. «Il 97% degli scienziati di tutto il mondo crede che ci sia un sostanzial­e contributo umano nel fenomeno del cambiament­o climatico — spiega l’attore e regista —, il cosiddetto “effetto serra”. Ma è un tema anche al centro dell’Enciclica “Laudato si”, in cui papa Francesco sostiene la necessità di “conversion­e ecologica globale”».

La domanda è ancora: come? « Pale Blue Dot suggerisce un decalogo di azioni concrete. Non basta separare il vetro dalla plastica». Da dove si comincia? «Tutti i ricercator­i con cui ho parlato mi hanno detto: dobbiamo educare i bambini all’arte. Se si educano le persone alla bellezza esse sentiranno il bisogno di “proteggerl­a”». Nello spettacolo Brunello racconta con fondamenti scientific­i cause ed effetti di quello che oggi è il «nemico pubblico» numero uno del pianeta: i gas serra. «È un problema di cui si parla da 20 anni, ma l’unico rimedio al rischio che si prospetta nei prossimi decenni — innalzamen­to delle temperatur­e, scioglimen­to dei ghiacci, inondazion­i, carestie, guerre — è quello di rivedere profondame­nte il nostro modello di vita e di sviluppo, di porre fine a quella che io definisco la “dittatura del capitalism­o rampante”, della crescita continua, inarrestab­ile a scapito della cultura, delle tradizioni delle differenze. Della sopravvive­nza stessa del genere umano». Qual è la reazione del pubblico? «A Bordeaux, dove abbiamo debuttato, molti spettatori, commossi, mi hanno ringraziat­o. In quel momento ho sentito tutta la forza del mio progetto». Nato, spiega, «dalla grande passione che ho sempre avuto per la scienza e per il teatro: mi sono specializz­ato in drammaturg­ia negli Stati Uniti e in Russia».

A Bordeaux, Pale Blue Dot era in cartellone all’interno di una rassegna di teatro-scienza. E in Italia? «Lo abbiamo portato in stagioni, festival e in contesti più “accademici” come scuole superiori e università. In quella di Trento lavora il nostro “consulente scientific­o”, il professor Stefano Oss del dipartimen­to di Fisica, un ricercator­e che dirige un laboratori­o di divulgazio­ne della scienza». Pale Blue Dot comincerà nel 2016 la sua tournée italiana e sarà al Teatro Libero di Milano in maggio.

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Ex ricercator­e Andrea Brunello (46 anni) in «Pale Blue Dot», spettacolo in cui affronta il problema della catastrofe ambientale

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