Corriere della Sera

Il mio pallone

«Il nostro calcio sta cambiando finalmente al centro c’è il gioco basta con la dittatura della tattica Valgono più le idee dei soldi»

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L’evoluzione di Mancini Mancini vuole arrivare ad avere un gioco che giustifich­i il risultato, è un tecnico intelligen­te, sa cos’è il valore del merito

«Quando ero allenatore della Nazionale andavo a vedere le partite della serie C, c’è sempre da imparare. Confrontar­si significa non avere complessi, essere certi di ciò che si sta facendo. Chi evita il confronto è un insicuro». Oggi Arrigo Sacchi la Nazionale non la allena più, però a 69 anni sui campi di provincia spende ancora tante domeniche. Ieri era al Manuzzi per Cesena-Avellino, di serie B. «Drago e Tesser, due buoni allenatori, con idee. Faticano però a tenere le squadre compatte, il calcio sta tutto lì, nel tenere gli uomini uniti. C’è di buono che provano a giocare».

Provano a giocare, però allora perché il calcio inglese oggi è più bello?

«In Italia stiamo cambiando. Prima era tutto basato su prudenza e difensivis­mo, un tappo per i giovani. Quello di oggi è il campionato più interessan­te degli ultimi 20-30-40 anni e non perché in tante lottano per lo scudetto. Il Sassuolo va a San Siro e fa la partita, impone il suo gioco e non cerca il risultato in contropied­e. Le squadre hanno messo al centro il gioco, hanno capito che è l’unico modo per valorizzar­e i ragazzi. Le idee hanno sovrastato il potenziale economico. Ci siamo liberati dell’ortodossia italiana. C’era una dittatura della tattica che opprimeva la strategia. Molti pensavano al calcio come uno sport individual­e, allenavano il singolo per arrivare alla squadra. Ora è diverso».

La magia di Conte Conte è un allenatore con grande cultura calcistica, ha una capacità che è una magia: attraverso il gioco migliora i singoli Il problema del Milan Hanno messo la spesa al centro, ma vengono prime le idee. Il Milan è stato grande quando la società era unita

Parla di squadra e viene in mente l’Italia di Conte, che Europeo farà?

«Partiamo con l’handicap. In serie A abbiamo formazioni straniere per nove undicesimi. Conte è un allenatore con grande cultura calcistica, ha una capacità che io definisco magia: attraverso il gioco riesce a migliorare i singoli. Spero molto in lui. A livello internazio­nale vince il collettivo e chi è più padrone del pallone».

Chi sono le sue favorite per la vittoria?

«Le Nazionali sono meno prevedibil­i dei club. Il Belgio è forte, ma non ha storia. La Germania sempre protagonis­ta. Noi siamo figli del teatro: ci piace essere eroi. Conte sta facendo una squadra seria. Sai che darà tutto e cercherà di farlo attraverso il collettivo. Gli italiani non lo fanno mai, però le poche volte che ci mettiamo insieme otteniamo grandi risultati. Nel ’45 la guerra aveva distrutto il Paese, vent’anni dopo eravamo tra le prime cinque potenze mondiali. Un lavoro di squadra molto ben riuscito».

L’Inghilterr­a ha preso un po’ l’andazzo della serie A, dopo l’esonero di Mourinho ora rischia pure Van Gaal, che è successo?

«Quando arrivai al Milan Galliani mi disse: “Guarda che qui puoi spendere”. Ma io risposi: “Più spendo e meno pazienza avrete con me”. Vale lo stesso discorso per Van Gaal, ha speso tanto e loro hanno avuto anche molta pazienza. Gli inglesi però hanno la cultura della squadra e grazie a questa hanno conquistat­o e governato il mondo pur essendo solo 60 milioni».

Il Milan fatica, qual è il suo male?

«Hanno messo la spesa al centro, ma vengono prima le idee. Il Milan è stato grande quando la società era unita, diciamo che oggi è meno coesa di quando c’ero io. Torniamo al valore della squadra, in tutti gli ambiti».

 ??  ?? Ex c.t. Arrigo Sacchi, 69 anni. Ha allenato il Milan (1 scudetto e 2 Coppe Campioni) e la Nazionale con cui è arrivato alla finale del Mondiale ‘94 (Bozzani)
Ex c.t. Arrigo Sacchi, 69 anni. Ha allenato il Milan (1 scudetto e 2 Coppe Campioni) e la Nazionale con cui è arrivato alla finale del Mondiale ‘94 (Bozzani)
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