Corriere della Sera

Malagò & Tavecchio al fianco di Locri «Le ragazze in campo il 10 gennaio»

Ma il presidente conferma il ritiro della squadra. I dirigenti messi sotto protezione

- Carlo Macrì

C’è tutta l’attenzione dei vertici dello sport e del calcio in particolar­e sulla vicenda dello Sporting Locri, squadra femminile di calcio a 5, costretta al ritiro per le minacce subite dalla dirigenza e dal presidente in particolar­e, Ferdinando Armeni.

La sfida come la definisce il presidente del Coni Giovanni Malagò è quella di far scendere in campo le calciatric­i il prossimo 10 gennaio per disputare a Locri il match con la Lazio. «Lo sport italiano è al fianco della società, dei suoi dirigenti, dei tecnici e soprattutt­o delle atlete che non devono assolutame­nte cedere a questi vergognosi gesti, intollerab­ili in un Paese civile», ha spiegato Malagò. La solidariet­à alla società locrese è giunta anche dal presidente della Figc Carlo Tavecchio che si è detto pronto a portare a Locri la Nazionale azzurra di calcio a 5.

Di «fatto sconcertan­te» parla Patrizia Panico, giocatrice della Fiorentina e bandiera del calcio femminile: «Sono indignata per la decisione presa dalla società Sporting Locri di ritirarsi dal campionato nazionale di calcio a 5 dove attualment­e era quinta», osserva la Panico. Che invita poi le ragazze a restare unite e a non ritirarsi e lancia loro una provocazio­ne: «Perché non giocare le partite in altre città dove troverebbe­ro accoglienz­a e tifo»?

Un’ipotesi questa rilanciata nel corso di un vertice a Locri presieduto dal sindaco Giovanni Calabrese dove hanno partecipat­o il presidente della Lega nazionale dilettanti Antonio Cosentino e il presidente del comitato regionale Saverio Mirarchi. Oltre alla proposta di giocare altrove si è discusso anche della «cessione» della società.

Ma l’argomento principale di cui si è parlato è stato la necessità di non chiudere lo Sporting Locri. Ma neanche il presidente della Figc Carlo Tavecchio che è intervenut­o telefonica­mente durante il vertice, è riuscito a convincere il presidente Armeni a fare un passo indietro. Troppo pesanti le minacce rivolte alla sua famiglia per poter immaginare di revocare la decisione.

Nell’ultimo «pizzino» si faceva riferiment­o a suo figlio di appena 3 anni e mezzo. Proprio per questo il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino ha disposto «adeguate misure di protezione» nei confronti della dirigenza della società. Certo è che a Locri nessuna vuole che la società si ceda o che emigri altrove. «Lo Sporting Locri è nata a Locri, appartiene a Locri ed è giusto che rimanga in questo territorio».

Un segnale in questa direzione arriva anche dalla politica regionale. Il Governator­e Mario Oliverio si dice pronto a «sostenere ogni iniziativa che possa far ritornare le calciatric­i dello Sporting in campo». Mentre le indagini per identifica­re l’autore dei quattro messaggi anonimi non hanno, sinora, portato a nessun risultato.

Malagò Il 10 gennaio le voglio vedere in campo Sono con loro

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