«Wonderland» ultimo atto. E Rai4 perde un glorioso magazine
Poco tempo fa, è andata in onda su Rai4 la puntata finale di «Wonderland», il glorioso magazine dedicato al cinema e alle serie tv, fortemente voluto da Carlo Freccero, che dal 2011 rappresentava un faro per i naviganti nel vasto mare di film e telefilm del canale e non solo.
Peccato, si perde uno spazio di approfondimento e critica che ha saputo negli anni coltivare un gusto di nicchia con competenza e con un linguaggio chiaro, si perde una rubrica dedicata soprattutto all’immaginario fantastico, che ha ospitato opinioni e interviste a registi, sceneggiatori, esperti di effetti speciali, fumettisti, scrittori, autori di videogame, e (con moderazione) critici cinematografici. Grazie ai suoi autori, Leopoldo Santovincenzo e Carlo Modesti Pauer, con la collaborazione di Andrea Fornasiero, «Wonderland» è stato un viaggio nel paese del meraviglioso, si è buttato a capofitto negli anfratti dell’immaginario di genere, di ieri e di oggi, cinematografico e televisivo, esplorato anche nella sua attuale dimensione multimediale.
L’ultimo episodio del magazine è stato dedicato al cinema asiatico di «arti marziali» ma ha dedicato, inevitabilmente, anche un approfondimento al fenomeno del momento, il nuovo film della saga di Star Wars firmato da J.J. Abrams, raccontato dalla rubrica Mainstreaming come un racconto esteso su più media (cinema, tv, fumetto, videogioco). Tra tutti i canali tematici della Rai, proliferati con il passaggio al digitale terrestre, Rai4 è stato il primo a costruirsi anche attraverso produzioni come «Wonderland» un’identità precisa, fatta di titoli di film e serie capaci di percorrere sentieri meno esplorati, alla ricerca (fiera, sbandierata) di nicchie di spettatori esigenti fedeli come gli appassionati della fantascienza, dell’azione, ma anche del quality drama.
Anche questo è servizio pubblico, e speriamo che quest’identità di Rai4 faticosamente costruita nel tempo non vada perduta.