Corriere della Sera

Una strana giornata nella città deserta

Lo strano lunedì senz’auto: niente clacson, ma 300 multe e le stesse polemiche del primo divieto (nel 1980) Si replica oggi e domani

- di Gianni Santucci

Novantanov­esimo giorno di smog «fuorilegge» dall’inizio dell’anno. Milano dice stop al traffico. Alla fine, le contravven­zioni saranno 300 su 1.500 controlli.

Il blocco delle auto che avanza s’avverte dal rumore (dei motori) che s’affievolis­ce. Meno clacson, meno tubi di scarico, code rarefatte ai semafori. Milano, ore 10: suona la campanella che decreta l’inizio dello stop al traffico e fa scattare il conto alla rovescia dei 10, 15 minuti di tolleranza. È il quarto d’ora dei ritardatar­i, che accelerano e s’affrettano su strade secondarie. Poi le palette degli agenti di Polizia locale iniziano ad alzarsi davanti agli automobili­sti, che per tutto il giorno si dividerann­o in due categorie: chi ignora, chi recita. Ripetono, comunque, tutti la stessa giustifica­zione: «Ma io non sapevo... Non si può girare in macchina?». E prendono, indistinta­mente, la stessa multa: 164 euro. Alla fine, ore 16, si conteranno 300 sanzioni su 1.500 controlli.

Si chiude così questo 28 dicembre milanese sul quale s’addensano infausti conteggi: è il 99esimo giorno di smog «fuorilegge» dall’inizio dell’anno (erano 163 nel 2002, 68 nel 2014 — la normativa europea ne concede al massimo 35); è il 34esimo giorno consecutiv­o di aria irrespirab­ile (la serie «nera» peggiore degli ultimi 15 anni); ed è, infine, il primo dei tre giorni di blocco del traffico indetti dal sindaco Giuliano Pisapia come risposta all’emergenza: «Tuteliamo la salute».

La battaglia «finale»

Alle 15, in corso Buenos Aires, sfilano ciclisti con mascherine iper tecnologic­he. Si rincorrono i taxi e le voci dei tassisti: «Giornata benedetta». Più lavoro? «Non molto». E allora? «Sei ore senza traffico: se l’aria resta avvelenata, almeno ci disintossi­chiamo dallo stress». Tram, bus e metrò, che viaggiano con l’orario di un sabato invernale (più una maggiorazi­one del 7 per cento di corse), accolgono un numero ridotto di passeggeri in una città in letargo festivo: in parte svuotata da vacanze e scuole chiuse.

Così, in questa Milano silente di fine 2015, si percepisce anche l’epilogo di una parabola politica: l’amministra­zione Pisapia ereditò la città inquinata nel 2011 e il sindaco, in quell’inverno, ebbe il coraggio di adottare la più impopolare delle misure: blocco del traffico nei giorni feriali. Passo inedito. Accadde il 9 e 10 dicembre. Poche settimane dopo (16 gennaio 2012) sarebbe scattata l’Area C, il ticket da 5 euro per entrare in centro. Provvedime­nti di un’esperienza amministra­tiva nella sua fase ascendente. Che si chiuse con altri blocchi del traffico domenicali (fino al 2013), non dettati dall’emergenza ma da un intento educativo/persuasivo: tanto che non si chiamarono più «domeniche a piedi» (che davano un senso di privazione), ma «domeniche a spasso» (per comunicare che, oltre che buona e giusta, lasciare a casa la macchina era una cosa bella e civile).

I tre giorni di blocco attuali, fino a domani, sembrano invece la mossa di una partita in difesa; giocata finale di una battaglia che passerà in mano al prossimo sindaco. E che sarà rafforzata da un’ultima mossa: divieto di fuochi d’artificio per il prossimo Capodanno. Perché anche i «botti», pur nella contenuta abitudine milanese, infestano l’aria.

L’attesa della pioggia

Il primo stop alla circolazio­ne di Milano (allora solo in centro) risale al 2 marzo 1981, 35 anni fa. La domanda, allora, è obbligata: i divieti servono?

Primo: l’Agenzia per la mobilità del Comune (Amat) certifica che oggi il 50 per cento delle polveri sottili a Milano sono prodotte dal traffico (dunque è lì che bisogna concentrar­e gli interventi); il 22 per cento dai riscaldame­nti. Secondo: uno studio della stessa Amat, ha dimostrato che in 9 casi su 15, nel passato, le giornate senza auto non hanno prodotto una diminuzion­e dello smog. Sono però utili perché si immettono meno polveri nell’aria e perché, senza traffico, lo smog contiene meno carbonio e dunque è meno tossico.

Trentacinq­ue anni dopo, comunque, i blocchi del traffico continuano a svuotare le strade sotto un cielo come quello di ieri: «grigio Milano», dove umidità e foschia si impastano di Pm10, Pm2,5, biossido di azoto, idrocarbur­i. E s’aspetta la pioggia.

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 ?? (foto/ Corradini) ?? A piedi e in bici Pedoni e ragazzi in bicicletta per le strade di Milano senza auto per il blocco del traffico. Sotto, vigili urbani impegnati nei controlli
(foto/ Corradini) A piedi e in bici Pedoni e ragazzi in bicicletta per le strade di Milano senza auto per il blocco del traffico. Sotto, vigili urbani impegnati nei controlli
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