«Roma è centrale per la nuova Libia»
Renzi incontra il premier: «Niente azioni unilaterali»
Fayez Al-Serraj è stato chiaro nell’incontro con Renzi. «L’Italia — ha detto il primo ministro designato — avrà un ruolo centrale nella stabilizzazione e nel futuro della Libia».
«L’Italia avrà un ruolo centrale nella stabilizzazione e nel futuro della Libia. E non penso solo al settore della sicurezza, il vostro ruolo sarà centrale anche per la ricostruzione economica, mi riferisco all’enorme patrimonio di aziende di cui disponete, non solo all’oil and gas, dalle costruzioni all’energia elettrica sino alla farmaceutica e al turismo».
Le parole pronunciate ieri da Fayez Al-Serraj, primo ministro designato, nell’incontro a Palazzo Chigi con Matteo Renzi, suonano come buon auspicio per il ruolo che l’Italia potrà giocare nel medio e lungo periodo nel territorio libico. Nato a Tripoli, formazione anglosassone, un buon inglese, moderato, il nuovo volto della Libia, che ora avrà 30 giorni per formare un governo, si è presentato a Roma, nel suo primo viaggio in Europa, il secondo all’estero dopo Il Cairo, riconoscendo al nostro Paese un ruolo chiave nella ricostruzione, stabilizzazione e sviluppo della Libia.
E riconoscendo anche gli sforzi fatti dalla nostra diplomazia (all’incontro era presente anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni), che certamente hanno aiutato a sbloccare la situazione, sia con la recente conferenza di Roma sia con il lavoro svolto alle Nazioni Unite, che ha contribuito al successo di una risoluzione Palazzo Chigi: «Rispetteremo sempre il principio della vostra sovranità» condivisa da tutti.
Renzi da parte sua ha assicurato che l’Italia seguirà un preciso modello di intervento, un metodo, in tutti i settori: «Siamo il Paese che vi è più vicino, per ragioni storiche e geografiche, abbiamo cercato, finora con successo, di tenere unita la comunità internazionale, rispetteremo sempre il principio della vostra sovranità, per non ripetere gli errori del passato e dunque qualsiasi tipo di intervento, militare, economico o umanitario, avverrà sempre come risposta ad una vostra precisa richiesta. Non faremo mai nulla di unilaterale».
Un principio che vale in primo luogo per il tema della sicurezza: preciso obiettivo delle nuove autorità libiche è quello di scacciare la presenza di miliziani dell’Isis dal proprio territorio. Una sorta di modello iracheno, ovvero un intervento militare con appoggio aereo della comunità internazionale, ma senza truppe di terra, è al momento, fra i tanti allo studio, lo scenario principale.
In ogni caso, anche ieri, è stato ribadito che il comando e il coordinamento della operazioni Palazzo Chigi Matteo Renzi con Fayez Al-Serraj ieri a Palazzo Chigi. L’Italia è stata la meta della prima visita in Europa del premier designato libico (Ansa) toccherà all’Italia, se e quando ci saranno le condizioni. «L’Italia è pronta a rispondere con tempestività, e nel necessario quadro di legalità internazionale, alle eventuali richieste di assistenza che la Libia dovesse rivolgere», è stata la sintesi del nostro premier, diffusa alle agenzie di stampa.
Renzi, in una nota successiva all’incontro, ha anche espresso «piena fiducia nella capacità delle nuove autorità libiche di far fronte alle imminenti sfide che le attendono, a cominciare dalla formazione del governo e dal completamento del quadro istituzionale nel segno dell’inclusività e della riconciliazione nazionale». Si attende fra gli altri la nomina del governatore della Banca centrale e di altri istituzioni chiave del Paese.
«Speriamo che l’ambasciata d’Italia e il consolato torneranno a Tripoli il più presto possibile, così come i voli diretti tra Italia e Libia», ha infine auspicato il primo ministro libico designato, mentre Renzi ha anche assicurato che «la nuova Libia potrà contare sul deciso sostegno che l’Italia intende assicurare per la riabilitazione dei servizi essenziali».
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