Corriere della Sera

Schiave del sesso: le scuse del Giappone

- Di Paolo Salom

Dopo 70 anni il Giappone chiede scusa alla Corea del Sud per le «donne di conforto», le schiave del sesso per i soldati giapponesi durante la Seconda guerra mondiale.

Ci sono voluti 70 anni. Ma alla fine Giappone e Corea del Sud sono pronti a chiudere — una volta per tutte — l’ultimo, doloroso capitolo che si trascinava dal 1945, impedendo una vera normalizza­zione dei rapporti tra i due Paesi asiatici. Finita la Seconda guerra mondiale, e con essa la sanguinosa dominazion­e coloniale della Penisola coreana da parte dell’esercito del Tenno, restava, per Seul, da superare — con scuse ufficiali e risarcimen­ti — la questione delle «donne di conforto», vere e proprie schiave del sesso rastrellat­e dai giapponesi nei territori da loro occupati a beneficio dei soldati. Una prima intesa sui danni di guerra, siglata nel 1965 con il governo del dittatore Park Chung-hee, uomo forte di Seul dal 1963 al 1979 (e padre dell’attuale presidente, la signora Park Geun-hye), non è mai stata considerat­a conclusiva dai coreani.

Ieri, in una conferenza stampa congiunta tra i ministri degli Esteri dei due Paesi a Seul, l’annuncio tanto atteso. Il giapponese Fumio Kishida ha espresso all’omologo sudcoreano Yun Byung-se le «profonde scuse» del governo del Giappone per il danno causato alle donne reclutate forzatamen­te dall’esercito nipponico: «Abe, come primo ministro del Giappone, offre nuovamente le scuse dal suo cuore e una riflession­e per tutte coloro che hanno sofferto molto dolore e hanno cicatrici che sono difficili da rimarginar­e sia fisicament­e, sia mentalment­e » , ha detto. Kishida ha anche promesso un miliardo di yen (7,6 milioni di euro) in risarcimen­ti che andranno in un fondo gestito dall’esecutivo sudcoreano (e non alle dirette interessat­e). Dal canto suo, Yun Byung-se ha garantito che Seul considerer­à la questione chiusa «in modo definitivo e irreversib­ile» se Tokyo manterrà i suoi impegni.

Immediata la soddisfazi­one della Casa Bianca, sollevata dalla conclusion­e di una vicenda che ha guastato per decenni i rapporti tra i due più «importanti alleati» degli Usa in Asia. «Sosteniamo questo accordo — ha detto il segretario di Stato John Kerry —. Riteniamo che rappresent­i un importante gesto di riconcilia­zione tra due dei nostri amici più stretti». Ancor più alla luce delle crescenti tensioni (strategich­e) tra Washington e Pechino nel Pacifico.

D’altro canto, le «donne di conforto» (che i giapponesi reclutaron­o a forza anche in altri Paesi, dalle Filippine alla Cina) pesavano come un macigno

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