Corriere della Sera

Il Tribunale rinvia, De Luca resta E poi arriverà la prescrizio­ne

Giudizio sospeso in attesa della Consulta. La «gratitudin­e» del governator­e ai magistrati

- di Marco Demarco @mdemarco55 © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le leggi, si dice, sono più potenti degli uomini. Ma il caso di Vincenzo De Luca, ieri riconferma­to di fatto alla guida della Regione Campania, dimostra semmai l’esatto contrario. La Severino (la legge) avrebbe dovuto sospendere il governator­e perché condannato, seppure in primo grado, per abuso di ufficio. Dopo mesi e mesi di istanze, udienze, ordinanze e polemiche è stato invece il governator­e ( l’uomo) a sospendere la Severino. Un po’ come se l’ammonito espellesse l’arbitro. A Napoli è successo.

La prima sezione del tribunale civile ha deciso non già di rendere operativa la sospension­e di De Luca, come pure chiedevano gli avvocati di parte avversa, ma di sospendere se

stessa: ha deciso cioè di rinviare il giudizio di merito. Già a luglio, nel congelare al suo posto De Luca per evitare il caos istituzion­ale, il tribunale decise d’urgenza riservando­si di tornare sulla questione, ma in quella occasione rimise anche gli atti alla Corte costituzio­nale. Ora si aspetta appunto che sia la Consulta a dire l’ultima parola. Un atto dovuto, dicono i giudici napoletani. «Decisione annunciata», commenta l’ex governator­e Caldoro, preoccupat­o «per la stabilità e la credibilit­à politica in Campania». «Siamo al caos», lamenta Ciarambino, leader dei pentastell­ati. Comunque sia, a questo punto della storia il messaggio implicito per l’osservator­e esterno non può che essere il seguente: in Italia la legge Severino è uguale per alcuni, come ad esempio per Berlusconi e de Magistris, il primo decaduto da parlamenta­re per una condanna definitiva e il secondo sospeso da sindaco di Napoli fino all’assoluzion­e in appello. Ma per gli altri dipende. E De Luca è certamente tra questi.

Neanche fosse Lionel Messi, il presidente campano è riuscito a dribblare tutti gli avversari istituzion­ali. E tutti se li è lasciati alle spalle. Ha cominciato col parlamento italiano, che la legge Severino ha approvato con grande enfasi nell’ottobre del 2012, e ha continuato con il capo dello Stato, che la stessa legge ha promulgato il mese successivo; con il presidente del Consiglio, che in ossequio alla legge, nel giugno scorso, ha dovuto firmare il primo decreto di sospension­e poi contestato; con l’intero sistema giudiziari­o, che tra sospension­i, rinvii e ritardi non è finora riuscito a venire a capo della vicenda; e infine con la stessa Corte Costituzio­nale, che sulla legge Severino si è di recente già espressa, confermand­one la legittimit­à, quando si è occupata del caso, per buona parte simile, di de Magistris. Fu anche per un provvidenz­iale ritardo nella trasmissio­ne degli atti da Napoli a Roma, e poi dalla Consulta alla Cassazione e infine dalla Cassazione nuovamente alla Consulta, a impedire che le eccezioni di incostituz­ionalità del governator­e fossero esaminate insieme con quelle del sindaco.

Per De Luca, se ne riparlerà quindi tra molti mesi, forse in estate. E a quel tempo è probabilme­nte che interverrà la prescrizio­ne dei reati per cui è stato condannato in primo grado. Nel frattempo, resta in vita la sospension­e della sospension­e. La stesa che a luglio fu decisa in tribunale sulla base di una relazione di Anna Scognamigl­io, la magistrata poi indagata dalla procura di Roma, messa sotto accusa dal Csm e per la quale il Pg della Cassazione ha già avviato l’azione disciplina­re. La stessa sospension­e che non è nel mirino dei pm romani, ma che si sospetta possa essere stata oggetto di una trattativa tra l’ex segretario politico del governator­e e il marito della magistrata.

De Luca ieri ha espresso «gratitudin­e e apprezzame­nto ai giudici di Napoli che — ha detto — indifferen­ti a pressioni e condiziona­menti di varia natura, continuano ad affermare sempliceme­nte le ragioni dello stato di diritto».

L’opposizion­e Caldoro parla di «decisione annunciata». I 5 Stelle: «Siamo nel caos»

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Chi è Vincenzo De Luca, 66 anni, ex sindaco di Salerno, governator­e della Campania
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