Corriere della Sera

Botticelle e carte bollate La disfida dei produttori dell’aceto balsamico

«Le quote ostacolano chi ne fa di più». «No, è una tutela»

- di Riccardo Bruno rbruno@corriere.it

Per capire come si crea l’armonia di sapori e odori dell’aceto balsamico tradiziona­le bisognereb­be andare dove nasce, in uno dei sottotetti di Modena. Come quello di Giorgio e Giovanna Barbieri, insegnanti in pensione, produttori per tradizione e passione. «Ci vuole tanta devozione. E chi non lo conosce non è in grado di tutelarlo» spiegano, introducen­do un sentore aspro, una nota di polemica. Perché nel piccolo ed elitario mondo del balsamico Dop, 250 produttori autorizzat­i, 8 mila litri all’anno (contro i 90 milioni del balsamico Igp), si è riaperta una frattura rimasta sopita da una decina d’anni, quando tra veleni e carte bollate si spaccò il vecchio consorzio.

C’è una data che segna il riesploder­e della contesa: 23 ottobre, assemblea promossa dal Consorzio di tutela per annunciare che il ministero delle Politiche agricole ha rivisto il piano dei controlli, dal primo gennaio cambierann­o le regole di imbottigli­amento. Per il balsamico di oltre 12 anni (l’invecchiam­ento minimo consentito per il Dop, mentre per l’Igp bastano appena 60 giorni) si passa dall’8 al 4 per cento delle giacenze, per l’extravecch­io (oltre 25 anni) dal 4 all’1,5%. Se fosse così (perché perfino sui numeri ci sono interpreta­zioni diverse) i produttori dovrebbero dimezzare o addirittur­a ridurre di un terzo la produzione.

«Il ministero ci ha chiesto tre cose: trasparenz­a, tracciabil­ità e difesa della qualità. Così evitiamo intromissi­oni del mercato nero, disinvolte acetaie casalinghe e sovrapprod­uzione» taglia corto Enrico Corsini, presidente del Consorzio di tutela (riconosciu­to dal ministero, 166 soci). Ancora più netto il vicepresid­ente Leonardo Giacobazzi: «Finalmente si passa da una giornata di nebbia a una di sole».

I «rivali» sono guidati Mario Gambiglian­i Zoccoli, presidente del Consorzio antiche acetaie (55 produttori, che però rappresent­ano il 60% del mercato). «Innanzi tutto ci hanno dato solo due mesi per adeguarci, quando ci vogliono anni per raccoglier­e i frutti degli investimen­ti — protesta Gambiglian­i —. Hanno creato l’antitesi tra qualità e quantità, vogliono penalizzar­e chi produce di più » . Gambiglian­i Zoccoli va fiero di essere il primo produttore di aceto balsamico tradiziona­le di Modena (da solo ne commercia oltre 10 mila bottiglie, un ottavo del totale). «Ho fatto delle innovazion­i nel rispetto del disciplina­re, per questo la mia resa è maggiore. Non è mica una colpa».

Il balsamico tradiziona­le è un prodotto di nicchia, necessaria­mente artigianal­e. Si possono utilizzare solo i vitigni della zona, il mosto viene cotto e fermenta naturalmen­te. Quindi passa nella «batteria», serie di botticelle (da 3 fino a 15 e oltre) via via più piccole, di legno differente, in una sequenza di travasi e rincalzi che gli conferisco­no anno dopo anno aromi e qualità. Eppure, non è ancora sufficient­e per vendere questa autentica eccellenza della tradizione gastronomi­ca italiana. Ogni partita deve essere testata e approvata da 25 assaggiato­ri ufficiali. « In media il 40% non supera l’esame» spiega Silvia Salaris, responsabi­le del Kiwa Cermet, l’organismo di certificaz­ione. Solo a questo punto il balsamico Dop arriva sul mercato in boccette da 100 millilitri disegnate da Giorgetto Giugiaro.

«È un’arte, e ogni batteria ha una storia» rivendican­o con orgoglio i coniugi Barbieri nella loro acetaia, 450 piccole botti allineate in un sottotetto che sembra un museo. Loro stanno dalla parte di chi teme le nuove regole: «Abbiamo investito tempo e risorse, così ti mettono nelle condizioni che non puoi più imbottigli­are». Ma il Consorzio di tutela non sente ragioni: «Nessuno verrà penalizzat­o, semmai si torna alle origini».

 ??  ?? L’acetaia È il luogo dove «riposano» le botti con il balsamico Dop. Spesso si tratta di semplici soffitte delle case di Modena, i produttori sono spesso «amatoriali»
L’acetaia È il luogo dove «riposano» le botti con il balsamico Dop. Spesso si tratta di semplici soffitte delle case di Modena, i produttori sono spesso «amatoriali»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy