Il ritorno di Carolina sembra più un capolinea
Finita la squalifica, la Kostner alla gara a inviti di Osaka: «Quasi pronta al grande passo»
L’ultimo aggiornamento della pagina web di Michael Schumacher è del 22 ottobre scorso, ventesimo anniversario del suo secondo titolo mondiale: una vittoria importante, la seconda, perché «i tedeschi dicono che una volta è nessuna volta, come se diventare campione di Formula 1 solamente una volta, non fosse abbastanza», scrive l’anonimo amministratore del sito. Qui, di Schumi e dei suoi 7 titoli da record, si parla al passato; ed è normale, perché il campione appartiene alla storia.
È attorno all’uomo che ancora non si è placata la battaglia: dalla villa di Gland, sulle rive del lago Lemano, in Svizzera, dove si è trincerata con lui più di 15 mesi fa, Corinna non ha concesso finora nemmeno la più vaga informazione sulle condizioni del marito, invisibile da due anni esatti, dopo il catastrofico incidente sulle nevi di Méribel, in Francia. Gli sci del mitico ferrarista si piantarono contro un sasso e, nella caduta, la sua testa urtò violentemente un’altra roccia: esattamente come è accaduto il 16 dicembre scorso, sulle stesse piste, a un diciassettenne inglese, rimasto però ucciso sul colpo.
Schumi, 47 anni tra 4 giorni, è sopravvissuto quasi miracolosamente agli ematomi che avevano invaso il suo cervello. Però il tempo e i bollettini medici sembrano essersi fermati al giugno seguente quando fu annunciato che era uscito dal coma, ma che la strada del recupero sarebbe stata ancora
Il ritorno è gradito assai, perché il ghiaccio senza Carolina non era mai stato così pallido ed esangue (e viceversa). «Non vedo l’ora. Dopo un lungo periodo di stop forzato, sono felice di tornare proprio in Giappone» (dove al Mondiale di Saitama, nel marzo 2014, ultima competizione ufficiale prima del brusco precipitare degli eventi, si mise al collo un bronzo) esala felice, stella di un galà, da Courmayeur.
Appuntamento a Osaka il 15 gennaio per il Medal Winners Open, dunque, evento a inviti riservato a vincitori di medaglie, splendida esibizione agghindata da gara. Davanti a un panel di cinque giudici Isu, Carolina and friends (Joannie Rochette, Miki Ando, Johnny Weir, guest star Evgeni Plushenko) pattineranno un unico programma di circa 3 minuti con un minimo sindacale di tre salti doppi e molta attenzione all’aspetto artistico dell’esercizio, che Carolina interpreterà sulle note di «Meditation», pezzo per violino e orchestra tratto dall’opera «Thais» di Jules Massenet. Alla fine, il podio deciderà la spartizione del montepremi (mal che vada, 15 mila dollari per la quinta posizione).
Le caratteristiche dell’evento non sciolgono la riserva: Carolina tornerà mai a sfidare l’Europa e il mondo in una gara vera? Cosa vuole fare, da grande, la più grande di tutte? E a schiarire l’orizzonte non ha contribuito la Kostner, che ieri in un’intervista a RaiSport si è detta «segnata» dalla squalifica a 21 mesi per il coinvolgimento nella positività dell’ex fidanzato Alex Schwazer (un accordo con l’antidoping del Coni e la Wada davanti al Tas aveva inasprito la pena retrodatandone l’inizio — a fronte della pubblica ammissione di aver mentito all’ispettore antidoping —, di modo da anticipare la fine del supplizio al 31 dicembre prossimo), dicendosi «quasi pronta al grande passo, una decisione che sto per
Fuoriclasse Carolina Kostner, 29 anni l’8 febbraio (Ansa) prendere in queste settimane». Ragionevolmente, il ritiro definitivo e ufficiale (nei fatti già avvenuto) dopo una carriera straordinaria.
In attesa delle comunicazioni di Carolina (qualsiasi cosa decida, sarà un successo), basti sapere che la fuoriclasse ha trascorso il Natale a Ortisei e che passerà il Capodanno a Oberstdorf, dove lo storico maestro Michael Huth (cui lei dopo tanti anni continua rispettosamente a dare del lei) l’aiuterà a riprendere le fila tecniche di una disciplina cui la meglio gioventù russa, nel frattempo, ha impresso un’ulteriore accelerazione e che non aspetta niente e nessuno, nemmeno la grande bellezza di Carolina, campionessa con un meraviglioso avvenire alle spalle. I galà già fissati di Vienna (20 febbraio) e Ginevra (22 aprile) con lo svizzero Lambiel, antica fiamma, ne sembrerebbero la conferma.
Non vedo l’ora. Dopo il periodo di stop forzato, che mi ha molto segnata, sono felice di tornare proprio in Giappone. Sto per prendere una decisione...