Corriere della Sera

Quell’albero in fiore a Milano è la sorpresa di Capodanno

- Di Paolo Di Stefano

Unalbero in fiore il 31 dicembre a Milano è un incanto e una mostruosit­à. Un ossimoro sbocciante. Un incanto della vista e del cuore, se è vero che il primo fiore bianco-rosaceo apparve nella Bibbia a Geremia come un annuncio di rinascita. Ma il profeta non si trovava sotto il Pirellone nel cuore dell’inverno. (Nella foto, alberi in fiore in piazza Gae Aulenti a Milano)

Nemmeno in Sicilia, con il caldo di questi giorni, ci sono infioresce­nze esuberanti come quelle del prunus milanese. Bisogna aspettare febbraio per avere un fiorellino: è di solito quello del mandorlo, che viene salutato con un lungo corteo nel tepore della Valle dei Templi al tramonto. Una festa popolare che prefigura la primavera. Ma vicino al metrò di Milano, a Capodanno, uno spettacolo del genere sarebbe botanicame­nte impensabil­e. Eppure. «Impensabil­e» è anche l’aggettivo che ieri sulla rivista online Slate ha usato il meteorolog­o Eric Holthaus per definire la temperatur­a di questi giorni al Polo Nord, dove al posto dei meno 30 che sono la media in tempi di normalità climatica, si prevede un picco di 4 gradi: gli stessi livelli che si registrano nell’Ovest del Texas, nel Sud della California e persino in certe zone del Sahara. La causa, ha detto, sarebbe la corrente del Niño, il fenomeno anomalo che sta scaldando l’Oceano Pacifico producendo, tra l’altro, devastanti tornado nel Sud e nel Midwest degli Stati Uniti e generando alluvioni nel Nord della Gran Bretagna. D’altra parte, la strana mitezza del clima in Europa fa esplodere i colori di primavera in città: una specie di miracolo a Milano come neanche lo furono i funghi che Marcovaldo vide spuntare alla fermata del tram. Il manovale di Calvino ne fu stupefatto, «gli parve che il mondo grigio e misero diventasse tutt’a un tratto generoso di ricchezze nascoste, e che dalla vita ci si potesse ancora aspettare qualcosa, oltre la paga oraria del salario contrattua­le…». E a noi, come appaiono quelle bianche e incongrue fioriture di Porta Garibaldi? Una vertigine. Viene voglia di dire: oggi godiamoci questa buona promessa per l’anno nuovo; da domani preoccupia­moci della mostruosit­à.

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