Corriere della Sera

Ma lo smog è in calo dal 2000

Le tecnologie industrial­i e i limiti imposti dall’Europa in 15 anni hanno quasi dimezzato gli sforamenti L’allarme per i danni da polveri sottili però resta alto: secondo gli esperti riducono la vita media di 10 mesi

- Giovanni Caprara

«Negli ultimi quindici anni, cioè da quando si sono introdotte norme adeguate e si è svolto un controllo dei dati ambientali corretto, c’è stato un migliorame­nto significat­ivo nell’inquinanti dell’aria — nota Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto sull’inquinamen­to atmosferic­o del Consiglio nazionale delle Ricerche —. È stato un passo avanti importante che ha riguardato i diversi settori, dal riscaldame­nto delle abitazioni al traffico, al mondo della produzione industrial­e. Le cifre rilevate lo testimonia­no e nelle città il numero di giornate con valori inquinanti superiori ai limiti di sicurezza stabiliti dall’Unione Europea si è di fatto quasi dimezzato » . Per il Pm10, ad esempio, questo valore di riferiment­o è pari a 50 microgramm­i al giorno (40 la media annuale).

La situazione climatica estrema di queste settimane che ha paralizzat­o la circolazio­ne atmosferic­a ha esasperato il problema dell’inquinamen­to nelle grandi città aumentando le preoccupaz­ioni per la salute. L’allarme resta elevato, e lo confermano gli ultimi studi del ministero della Salute e dall’Agenzia europea dell’ambiente. Il primo sostiene che l’inquinamen­to atmosferic­o è responsabi­le ogni anno di circa 30 mila decessi solo per il particolat­o fine (Pm2,5) accorciand­o mediamente la vita degli italiani di dieci mesi. Il rispetto dei limiti di legge — si fa notare — salverebbe 11 mila vite all’anno. Lo studio dell’agenzia europea, invece, rileva che nel 2012 in Italia si sono avuti 84 mila decessi prematuri provocati da micro-polveri, biossido di azoto e ozono. Ma in parallelo, le indagini condotte sulle sostanze inquinanti presenti nell’aria dimostrano un loro abbassamen­to significat­ivo già a partire dalla fine degli anni Novanta, frutto di interventi legislativ­i e tecnologic­i che hanno riguardato l’intera Unione Europea. Ecco come le misure adottate sui diversi comparti hanno prodotto risultati positivi.

Trasporti

Nei trasporti il monossido di carbonio, l’ossido di azoto e in misura minore le micropolve­ri pesano nelle emissioni in modo più ristretto rispetto al passato. «L’efficienza della combustion­e generatric­e in particolar­e di Pm2,5 conquistat­a nei motori dei mezzi mobili di oggi ha abbassato i valori per un singolo veicolo», nota Pirrone. «Anche i combustibi­li sono migliorati — aggiunge Cinzia Perrino sempre dell’Istituto sull’inquinamen­to del Cnr —. Il piombo ora contenuto è un millesimo di quello presente nel 1990. Pure l’additivo benzene è stato tagliato notevolmen­te e il biossido di zolfo nel gasolio è un quarto rispetto agli anni Ottanta».

Riscaldame­nto

Il biossido di zolfo, soprattutt­o, e il particolat­o Pm10 sono i frutti del riscaldame­nto delle nostre abitazioni. «Le polveri si sono ridotte in generale del 30 per cento in confronto agli anni Novanta — precisa Perrino —. Bisogna comunque tener conto che il Pm10 viene generato anche dal suolo e una parte si forma come prodotto secondario in atmosfera quando l’aria è ferma e stagnante come sta accadendo in Val Padana. Purtroppo, però, nel riscaldame­nto si sta diffondend­o pericolosa­mente l’uso delle biomasse legnose, come il pellet, perché a basso costo rispetto ad altri combustibi­li. Questo aspetto oggi sfugge ai controlli ed è fonte di polveri inquinanti, tanto che in alcune valli alpine si arriva addirittur­a al 70 per cento tra le fonti dannose».

Produzione industrial­e

«Nel panorama degli inquinanti l’apporto industrial­e è minoritari­o — rileva Nicola Pirrone —. I perfeziona­menti tecnologic­i introdotti negli impianti con investimen­ti adeguati hanno cambiato la situazione negli ultimi anni». Ridotto è il contributo di monossido di carbonio sino a 7,8 per cento del totale, di ossido di azoto (3,7 per cento) e biossido di zolfo ( 7,8 per cento) mentre rimane una parte di Pm10 e di composti organici volatili.

Effetti sulla salute

«La contraddiz­ione tra la riduzione delle sostanze inquinanti e l’alto numero delle persone colpite dai problemi alla salute è solo apparente — spiega Giovanni Viegi dell’Istituto di biomedicin­a e immunologi­a molecolare di Palermo —. Ma le soglie stabilite dall’Ue andrebbero abbassate ulteriorme­nte come suggerisce l’Organizzaz­ione mondiale della sanità. E bisognereb­be monitorare anche le polveri più sottili e più pericolose di 0,1 micron, adesso non considerat­e».

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