M5S, espulso il sindaco di Gela A Roma tensioni per il candidato
Per il Campidoglio divisi tra De Vito, delfino della Lombardi, e Raggi, vicina a Casaleggio
Dicono che lei funzioni di più anche in tv, così giovane e preparata, mamma e lavoratrice, avvocato e politico, «e del resto lui a Roma ha già perso, contro Marino e Alemanno». Sono scintille a 5 Stelle quelle che agitano il Movimento romano a sei mesi dalle elezioni per il Campidoglio: lei è Virginia Raggi (la candidata ideale di Casaleggio, raccontano), lui è Marcello De Vito, «delfino» della deputata Roberta Lombardi e già protagonista (sconfitto) della corsa 2013 a sindaco. Quelli dalla parte di De Vito non rispondono ai sostenitori della Raggi ma fanno notare che «c’è una cordata contro Marcello, ormai».
Tensione sempre più alta forse dovuta anche al fatto che, adesso, la corsa al Campidoglio è ufficialmente aperta: da martedì infatti, con l’annuncio nella conferenza stampa di fine anno del premier Renzi, è certo che Roma andrà al voto a giugno, probabilmente il 12. E quelli del M5S avevano già fissato una riunione, nella centralissima via del Corso, martedì pomeriggio, orario previsto le 17,30: parlamentari romani, consiglieri comunali e municipali, staff della comunicazione per fare il punto in vista delle Amministrative. Invece, il «vertice» è saltato: «Perché molti deputati e senatori erano lontani da Roma», recita la versione ufficiale. Di certo era stata Raggi a L’analisi Il scrive del M5S, partito ormai «maturo» che dopo «un passato eccentrico» oggi si reinventa «seria alternativa a Renzi». L’erede di Grillo? Di Maio, «retorica efficace, un look elegante e toni moderati» chiedere l’incontro, a fissare l’orario, a organizzare tutto.
Momento complesso per il M5S. Da una parte i dissidi interni e le espulsioni, l’ultima ieri sera: il sindaco di Gela, Domenico Messinese, scrive il M5S Sicilia, «è venuto meno agli obblighi assunti con l’accettazione della candidatura e si è dimostrato totalmente fuori asse rispetto ai principi di comportamento degli eletti e alle politiche ambientali energetiche e occupazionali più accreditate in ambito europeo». Dall’altra il più che lusinghiero giudizio del Financial Times: «Sono diventati adulti». E così un po’ tutti nel Movimento aspettano l’ormai tradizionale messaggio di fine anno di Beppe Grillo: dalle sue parole, forse, si capirà quale sarà la soluzione delle «tensioni» di que- sti giorni. Il nome del candidato sindaco di Roma sarà, naturalmente, scelto dalla Rete: si conoscerà a febbraio. Ma intanto, secondo i rumors capitolini, sarebbero nate tensioni tra tutti e 4 gli ex consiglieri comunali: oltra a De Vito e Raggi anche Daniele Frongia ed Enrico Stefano. Per Grillo «i 4 consoli romani». Sfideranno (sul web) gli altri 229 candidati in una doppia votazione. La voce maligna secondo la quale, con Renzi al governo, il M5S non voglia vincere a Roma è stata smentita da Grillo e Casaleggio: «L’obiettivo è a portata di mano». Chissà. Di certo, per ora, c’è solamente che quando il traguardo è vicino la tensione sale. Con conseguenze, spesso, imprevedibili.