Corriere della Sera

L’altra prospettiv­a e il dovere di raccontarl­a

- Di Alessandro Cannavò

Scorrendo «Buongiorno Italia» se dovesse permanere in qualcuno un senso di disagio (o forse di fastidio) di fronte a tante storie positive di impegno e realizzazi­oni concrete nel campo del lavoro, della cultura, del volontaria­to, della convivenza civile, varrebbe la pena di leggere cosa dice la scienza riguardo alle «buone notizie». Come ci spiega Anna Meldolesi, non è vero che siamo attirati solo dalla triade di «S» (sesso, soldi, sangue). La buona sorte di un estraneo mette in moto la nostra capacità di empatia e nella corteccia cingolata anteriore si manifestan­o reazioni «virali». Insomma il nostro cervello promuove la bellezza morale. Abbiamo la sensazione che una buona parte dei lettori potrebbe confermare questa fenomenolo­gia. In molti di loro si diffonde la stanchezza di vedersi proposta una dimensione solamente negativa della vita. È una «ribellione» che accomuna i protagonis­ti di queste storie, alle prese con problemi e ingiustizi­e del mondo del lavoro, catastrofi naturali, immigrazio­ne, malattie, danni all’ambiente e umiliazion­i agli animali. Eppure esempi di reazione, genialità e organizzaz­ione per affrontare le circostanz­e in modo costruttiv­o. Un volontaria­to attivo che è una vera ricchezza del Paese. Silenzioso, spesso nascosto. Per chi opera nell’informazio­ne è un dovere «scovarlo» e raccontarl­o.

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