Schiave di guerra: Tokyo non si scusi solo con la Corea
Lunedì scorso il Giappone ha offerto alla Corea del Sud le sue scuse (e un risarcimento di un miliardo di yen, circa 8 milioni di euro) sulla vicenda delle «donne di conforto», le coreane trasformate in schiave sessuali durante l’occupazione nipponica. Un editoriale su China Daily sottolinea che l’accordo può «contribuire alla pace e alla stabilità nella regione e incoraggiare i Paesi dell’area a imboccare una strada pacifica di sviluppo». Ma aggiunge che al Giappone andrebbe ricordato che le donne sudcoreane «non furono le sole vittime dei propri crimini di guerra. Gli storici stimano che ci furono 200 mila comfort women da Cina, Sud Est Asiatico, Russia, Olanda e altri Stati». Meno di cento sono viventi.