Corriere della Sera

Brindate con un vermouth, l’aromatizza­to che tutti ci invidiano

- Di Marco Cremonesi

Capodanno, bevete vermouth. Bevete Barolo chinato, bevete Martini e Americano. Beveteli con il panettone e con il cioccolato. Beveteli a San Silvestro e continuate fino a Ferragosto. Fate evadere il vermouth dal Negroni e dal Manhattan e provate a berlo da solo. Per molti, il glorioso vino aromatizza­to italiano è soltanto un vago ricordo, quando nelle prime esperienze etiliche si assaggiava­no bottiglie lasciate a prender polvere. Dopo, fine della storia: i vermouth restano lì, nel limbo della memoria. Nel mondo però se ne stanno ricordando: i vermouth sono squisiti. Prima di pranzo, e dopo: in fondo, sono nati come digestivi. Quali bere, è ormai difficile dirlo: negli ultimi anni ne sono nati in quantità. Per andare sul sicuro, c’è il Carpano Antica formula, quella messa punto proprio dall’inventore del vermouth, Antonio Benedetto Carpano, nel 1786. Ricco, complesso, vigoroso. Se preferite il bianco, imperdibil­e è l’Americano di Cocchi, gloria nazionale più nota all’estero che in Italia e credibilis­simo ingredient­e — grazie alla china — per il Vesper Martini. Ma se lo trovaste, val la pena di provare anche il Vermouth bianco di Prato.

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