Corriere della Sera

Sciabolate di luce per il Debussy diretto da Rattle

- Di Gian Mario Benzing

La luce! Come una guida, come un anelito costante, la luce percorre l’originale versione semiscenic­a di Pelléas et Mélisande di Debussy, ideata da Peter Sellars per i Berliner Philharmon­iker diretti da Simon Rattle. Uno degli eventi clou della stagione berlinese, accolto con quasi otto minuti di applausi e finale standing ovation in una Philharmon­ie trasformat­a dall’elfico regista statuniten­se in una topografia di punti luminosi: lunghi neon fluorescen­ti, rosso, violetto, azzurro, a segnare torri, castelli, foreste misteriose; quasi a trafiggere le oscurità di un capolavoro fuori dal tempo e dallo spazio, storia di corone e anelli nuziali perduti nel buio di fontane fatali, di grotte che odorano di morte, di sospetti e nere gelosie...

Al bianco della luce più pura tendono i Berliner, trasparent­i e leggeri in ogni dettaglio. I colori accendono invece l’alta resa drammatica dell’opera: i protagonis­ti salgono e scendono le ripide scalinate della Philharmon­ie, appaiono sugli spigoli tra sciabolate di giallo o verde acido, si avvinghian­o, si amano, lottano furiosi. Rattle trasforma il lento salmodiare di Debussy in una recitazion­e veloce e aggressiva: Christian Gerhaher (Pelléas), baritono chiaro e duttile, in una parte che tocca il La acuto, brucia di una passione nervosa, con qualche eccesso gestuale. Mentre sul tormentato Golaud di Gerald Finley, o sul dolente vibrato di Bernarda Fink (Geneviève) si staglia la magnifica Magdalena Kozena, Mélisande dal timbro caldo e flessuoso: indecifrab­ile e ferina, sembra venire da un altro mondo, lei che sola scorge «rose nelle tenebre», mai estatica, mai davvero innocente...

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy