Corriere della Sera

«In Rai basta con furbizie e scorciatoi­e»

Maggioni: inaccettab­ile sbagliare l’ora a fine anno. Il futuro? Ci saranno sorprese

- di Paolo Conti

Il neopreside­nte Rai Monica Maggioni sulle nuove sfide della tv pubblica: «Non faremo il giornale del Palazzo. La Rai deve parlare a tutti e deve essere anche sexy». Sull’incidente di Capodanno: «Se qualcuno ha voluto anticipare il brindisi per far vincere la Rai negli ascolti ci saranno conseguenz­e». E poi affronta il tema news: «Carlo Verdelli avrà l’ultima parola sull’informazio­ne».

Presidente Monica Maggioni, il 2016 della Rai è partito con l’incidente di Capodanno: il messaggio con la bestemmia, l’anticipo di quasi un minuto della mezzanotte. Che giudizio ha di tutto questo? Di chi è stata la responsabi­lità?

«Abbiamo subito avviato un’indagine interna e sono partite le lettere di contestazi­one. Ora i destinatar­i hanno cinque giorni per le controdedu­zioni. Ma bisogna distinguer­e. Il messaggio con la bestemmia appartiene probabilme­nte all’ambito di un errore umano. Gravissimo, certo, e censurabil­e. Infatti la Rai ha chiesto scusa. Ma se si scoprisse che l’anticipo è stato frutto di una scelta editoriale precisa, le conseguenz­e per chi ha deciso saranno molto pesanti».

Forse qualcuno ha voluto anticipare per far vincere la Rai nella gara degli ascolti…

«Se così fosse, ci saranno sanzioni conseguent­i. È anche una questione di principio. Sarebbe il tipico esempio di ciò che la Rai non deve essere: ovvero un soggetto come tutti gli altri che accetta la concorrenz­a sul piano totalmente commercial­e come ci ha insegnato la vecchia logica del duopolio e della corsa allo share. La Rai non è una tv qualsiasi ma il luogo in cui il Paese trova certezze e punti di riferiment­o. Deve assicurare assoluta credibilit­à e qualità, e quindi anche l’ora giusta. Questo è servizio pubblico».

Sullo sfondo dell’incidente c’è l’agitazione per la stagione delle nomine. Arriverann­o a fine mese, all’inizio di febbraio?

«Vedo una straordina­ria alleanza di tanti mondi diversi, uniti solo dalla preoccupaz­ione che questa stagione di riforme abbatta rendite di posizione e perimetri invalicabi­li. Quindi non è solo una questione di nomine, che tra l’altro sono già cominciate... Abbiamo cambiato molte persone al vertice, è arrivata al marketing Cinzia Squadrone, abbiamo per la prima volta un capo dell’offerta digitale Giampaolo Tagliavia, un signore da cui dipenderà il cambiament­o strategico della Rai. E poi Carlo Verdelli e con lui, per la prima volta, alla Rai abbiamo un direttore editoriale».

Verdelli sarà un superdiret­tore dell’informazio­ne? Avremo un Tg Rai unico?

«Non si tratta certo di fare un tg unico. Con la sua autorevole­zza, Verdelli avrà la parola definitiva e ultima sull’offerta informativ­a dei tg e degli approfondi­menti. L’obiettivo, proprio nel nome del pluralismo, è la costruzion­e di un marchio Rai declinabil­e, nelle varie testate togliendo di mezzo un equivoco: cioè che la concorrenz­a debba avvenire all’interno della Rai, sottraendo all’azienda energie economiche e intellettu­ali. La presenza di un «numero 1» come Verdelli mi tranquilli­zza come presidente e come giornalist­a Rai che tornerà al proprio lavoro dopo la presidenza».

Ma torniamo al Raibaltone. A quando le nomine?

«Mi dispiace per i tifosi appassiona­ti di uno sport politico da anni 80, ma stavolta non sarà così. Procederem­o secondo le esigenze. Alcune saranno immediate…».

RaiNews, che lei dirigeva, è guidata da un interim…

«É lei a ricordarlo. Insomma, ci saranno situazioni che hanno urgenza di un intervento. Altre direzioni e altri incarichi che non hanno simili caratteris­tiche. Due nomine? O dodici? Settimana prossima o tra un mese…? Sto scherzando, ma quel che voglio dire è che saranno interventi mirati e inseriti in un progetto chiaro».

Siamo alla vigilia della renzizzazi­one della Rai? Antonio Campo Dall’Orto, tra poco amministra­tore delegato, è uomo della Leopolda...

«Quando mi hanno detto che sarebbe stato lui il direttore generale, sono stata entusiasta perché conoscevo il suo lavoro, da Mtv a Viacom. Un vero esperto di prodotto televisivo e media… il modo giusto con cui partire. É vicino a Palazzo Chigi? Mi sembra molto più importante la sua storia profession­ale di tutto il resto. Né lui né io siamo venuti qui per firmare una Gazzetta del Palazzo».

Renzi si è spesso lamentato del racconto del Paese offerto dalla Rai. Per lui sarebbe troppo negativo. I suoi uomini hanno spesso attaccato il Tg3 per questo.

«Bisogna capirsi su ciò che si intende per informazio­ne. A volte ho l’impression­e che tendiamo a cercare negatività a tutti i costi. E non è meno vero se a dirlo è Renzi. Penso che il servizio pubblico debba raccontare tutte le malefatte senza censure, meno che mai politiche. Ma che occorra anche indicare vie d’uscita, soluzioni, storie positive. Così si costruisce il senso di cittadinan­za, si mostrano progetti, si immagina una nuova società. E questo dibattito attraversa le tv pubbliche di tutta Europa».

Campo Dall’Orto diventa amministra­tore delegato. Non teme che i suoi margini si riducano drasticame­nte, come quelli del Consiglio di amministra­zione?

«Nella storia della Rai, la diarchia presidente-direttore generale ha solo provocato danni. Noi ci rispettiam­o, ci stimiamo, lavoriamo bene insieme. Dal primo giorno il nostro patto è stato il gioco di squadra. Il Consiglio? Ci sono profession­isti con storie dense, piene di esperienza. Per questo non chiediamo ratifiche ma decisioni e valle di processi condivisi».

È vero che state immaginand­o una riduzione dei canali digitali?

«Non è una priorità, al momento. La molteplici­tà dei canali ci permette di mantenere il legame con tutto il pubblico, anche quello di nicchia».

La Rai trema per lo scandalo degli appalti truccati. A quando una vera operazione di pulizia?

«Da quando siamo arrivati abbiamo garantito totale trasparenz­a e piena collaboraz­ione con la magistratu­ra. Ma quello che conta, non è solo il piano giudiziari­o. Ora bisognerà cambiare alcuni comportame­nti all’interno dell’azienda. Un’azienda realmente sana si struttura solo su valore e profession­alità, e in Rai ce n’è molta, mettendo al bando furbizie e scorciatoi­e. Premiando il merito e non livellando tutti verso il basso».

Tra poco arriverann­o molti soldi con il nuovo sistema di riscossion­e del canone legato alla bolletta elettrica. Cosa farete con quel denaro?

«Se ci saranno risorse aggiuntive saranno comunque destinate alla scommessa più difficile: entrare in contatto col pubblico dai 15 ai 35 anni. Lì c’è il Paese del futuro che domani potrebbe non avvertire più il bisogno e il senso del servizio pubblico, elemento chiave della democrazia. Per parlare davvero a tutti, la Rai deve essere anche sexy, per dirla all’anglosasso­ne, cioè appetibile, attraente, piena di contenuti per tutte le fasce di pubblico. Non si può confondere l’essere autorevoli con l’essere noiosi e grigi».

Quando comincerem­o a vedere la nuova Rai?

«Forse all’esterno lo si vedrà meglio dalla primavera e ancora di più con l’estate. L’autunno sarà l’esordio pieno. Ma i cambiament­i sono già cominciati e continuera­nno sistematic­i e molto visibili. Le sorprese saranno tante, lo assicuro».

Verdelli Con la sua autorevole­zza Verdelli avrà la parola definitiva e ultima sull’offerta informativ­a dei tg e degli approfondi­menti. La sua presenza mi tranquilli­zza Renzi e le critiche al Tg3 A volte tendiamo a cercare la negatività a tutti i costi. E non è meno vero se a dirlo è Renzi. Giusto raccontare le malefatte ma bisogna anche indicare soluzioni

Il pubblico giovane Se ci saranno risorse aggiuntive dal canone saranno comunque destinate alla scommessa più difficile: entrare in contatto con il pubblico tra i 15 e i 35 anni

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy