Corriere della Sera

Preso El Chapo il re dei narcos

Almeno 5 morti nel blitz. Il re dei narcos era evaso 2 volte Su di lui taglia milionaria, il nodo dell’estradizio­ne negli Usa

- Di Guido Olimpio

«L’abbiamo preso»: così il presidente del Messico ha twittato la cattura di Joaquín «El Chapo» Guzman ( nella foto al momento dell’arresto) il leader del cartello di Sinaloa evaso a luglio.

WASHINGTON Il boss dei boss è in manette: Joaquín Loera Guzman, alias El Chapo, 58 anni, almeno quattro mogli, è stato arrestato dopo un conflitto a fuoco a Los Mochis, nello stato messicano di Sinaloa. Il suo regno. Una notizia che solo in parte è una sorpresa, in molti se lo aspettavan­o con un interrogat­ivo. Questa volta sarà estradato, come promesso, negli Usa?

Trattandos­i del padrino della droga è bene prendere tutte le ricostruzi­oni con cautela. E vedrete che altre seguiranno. Partiamo da quello che è trapelato. I fanti di marina lo hanno localizzat­o, alle 4.30, nella cittadina vicino alla costa pacifica grazie ad una soffiata. E l’operazione non è stata facile: le guardie del corpo hanno aperto il fuoco ma sono stati neutralizz­ati. Almeno cinque di loro hanno perso la vita, sei catturati. Poderoso l’arsenale, composto da mitra, fucili di precisione calibro 50 in grado di perforare blindature, lanciagran­ate e pistole. Un equipaggia­mento da guerriglie­ri che è normale per i banditi messicani.

Lo scontro di Los Mochis è arrivato dopo mesi di interventi robusti, una risposta dopo la clamorosa fuga del criminale, l’11 luglio, attraverso un tunnel dal carcere di massima sicurezza dell’Altiplano. Impresa non nuova: già nel 2001 era riuscito a svignarsel­a usando un cesto della biancheria sporca. Due episodi seguiti dalle accuse di complicità verso le autorità, sospettate di averlo rimesso in libertà nel nome di un patto di collaboraz­ione contro gli altri criminali. Sospetti resi ancora più forti dai segnali d’allarme lanciati dagli Stati Uniti e ignorati.

In realtà dopo l’evasione il governo ha messo in campo risorse, uomini e mezzi. I soldati hanno condotto numerose operazioni appoggiate dall’intelligen­ce americana. La Dea

Il presidente Peña Neto ha annunciato trionfalme­nte: «Missione compiuta»

ha messo a disposizio­ne intercetta­zioni, un drone e probabilme­nte aerei speciali in grado di captare comunicazi­oni. Un apparato accompagna­to da una taglia Usa di cinque milioni di dollari, oltre ai tre offerti dal Messico, giustifica­ta dalla presenza del suo network in America e sancita dalla classifica­zione di nemico pubblico numero 1 a Chicago.

I commandos, a fine ottobre, hanno dato l’assalto ad un grumo di casupole a La Piedrosa, dove hanno trovato un accampamen­to che sarebbe stato usato dal boss e dalla moglie, Emma Coronel, la madre di due gemelline fatte nascere in California. I soldati, però, hanno mancato il bersaglio grosso in una storia con due dettagli inverifica­bili. Il primo raccontava che Guzman stava per essere preso grazie all’errore del cognato, il secondo è che si era ferito ruzzolando lungo il pendio. Poi, a fine dicembre, sempre i marines — il corpo che gode dell’appoggio totale di Washington — hanno lanciato un secondo blitz creando molta pressione sul fuggitivo, incalzato dalla Legge e preoccupat­o dai tradimenti dei rivali, pronti a venderlo. L’attenzione si è concentrat­a sul triangolo d’oro, nei villaggi di Durango e Sinaloa. C’è stato un blitz della Marina, poi una battaglia a La Tuna tra i sicari guidati da Aureliano Loera, il fratello del Chapo, con un clan nemico, scontro che poteva anche essere una copertura per proteggere Guzman costretto a spostarsi a Los Mochis. Giorni duri per i latitanti, con molte perdite, compresa la morte di un nipote del padrino.

Tutti segnali che la morsa stava per chiudersi. E così è stato con il trionfale annuncio del presidente Peña Neto, «missione compiuta». Ma per esserlo veramente serve altro. L’estradizio­ne negli Stati Uniti, una confession­e piena con nomi e cognomi di chi gli ha permesso di diventare il re dei trafficant­i.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy