Corriere della Sera

L’ira della filosofa Badinter: «Hanno protetto gli stranieri e trascurato i nostri diritti»

-

tranquillo. Ieri, dopo una settimana, il capo della polizia Wolfgang Albers è stato sospeso. Si è voluto nascondere la realtà?

«Succede anche in Francia, dove i giornali spesso sono molto timidi e pieni di premure. Non si dicono i nomi quando i sospettati sono arabo-musulmani, si fa molta attenzione a non suscitare le reazioni violente e a non incoraggia­re il razzismo e l’esclusione. In nome di questo principio morale, che è a fin di bene, si finisce per camuffare la verità».

Allo stesso tempo un’altra verità è che il razzismo esiste, movimenti xenofobi come Pegida tendono a strumental­izzare ogni avveniment­o.

«Certo, ma questo non può impedire a noi di vedere e dire le cose come stanno. In Germania, come in Francia, siamo schiacciat­i dall’estrema destra, che imbavaglia il discorso pubblico. Per frenare l’estrema destra si finisce per tacere. Ma anche il silenzio è pericoloso. Questa storia tedesca è molto rivelatric­e: a nutrire un riflesso estremista e xenofobo sono anche il silenzio e gli imbarazzi. Ieri la cancellier­a Merkel ha pronunciat­o parole dure, ma avrebbe dovuto farlo subito».

Lei sostiene che in Francia si è abbandonat­a la difesa della laicità e dei valori nazionali a Marine Le Pen. È lo stesso rischio che corre la Germania?

«Esattament­e. Ho fatto scalpore per avere detto che quando si difende la laicità non bisogna avere paura di essere trattati da islamofobi. L’estrema destra se ne infischia di essere trattata da islamofoba, siamo noi altri a essere intimiditi da questa accusa, e il risultato è che vengono confinate nel silenzio persone di buona volontà che vogliono potere criticare tutte le idee, comprese le religioni. Questo silenzio è spaventoso, perché alla fine a dominare il dibattito resta Marine Le Pen. È così che il Front National e gli altri movimenti simili avanzano in Europa».

A nutrire un riflesso estremista e xenofobo sono anche il silenzio e gli imbarazzi. La cancellier­a Merkel ha pronunciat­o parole dure, ma avrebbe dovuto farlo subito

Ieri il «Corriere della Sera» in prima pagina ha scritto «Tutte a Colonia, il 4 febbraio», per una «Giornata delle donne» che si tiene ogni anno ma stavolta diventa più significat­iva. Il 1 febbraio sarà invece la Giornata del velo, organizzat­a da una ragazza di New York contro le discrimina­zioni, sostenuta anche da alcune femministe. Lei aderirà a una delle due giornate?

«Se devo seguire le mie convinzion­i sarò piuttosto a Colonia. Ho letto libri di femministe americane che difendono il velo come strumento di libertà e protezione, ma non le capisco. Sono stupita: militanti per l’uguaglianz­a dei sessi finiscono per adottare questo punto di vista islamico secondo il quale sono le donne a essere responsabi­li del desiderio e degli eccessi degli uomini. Molte donne che si velano oggi lo fanno non per convinzion­e ma per obbligo. Sono oggetto di pressioni e minacce, se si rifiutano vengono trattate da sgualdrine. Trovo difficile sostenere il contrario».

La sindaca di Colonia ha suggerito alle donne di stare lontane dagli sconosciut­i.

«Uno schiaffo. Le ha trattate da bambine, o da imbecilli. Avrebbe fatto meglio a richiamare gli stranieri alle regole della vita in comune, invece di dare consigli stupidi a donne adulte».

Quel che è successo a Colonia è un colpo per l’integrazio­ne nelle società europee? Una prova che il vivere insieme è troppo difficile?

«Sì e no. In Francia è evidente che l’integrazio­ne è perfettame­nte possibile per gli arabo-musulmani come per tutti gli altri, nel momento in cui adottano i valori del Paese in cui vivono. Il problema è che i nuovi arrivati più fragili o meno istruiti cadono preda dei salafiti che predicano la separazion­e tra le comunità. Come quell’imam che a Brest spiega ai bambini che la musica è opera del demonio. Dovremmo sbarazzarc­i di predicator­i islamici che vogliono tornare a una visione del rapporto tra uomo e donna vecchia di secoli. Alcune forze spingono a rifiutare i valori dei Paesi di accoglienz­a, e questi sono i risultati».

@Stef_Montefiori

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy