Corriere della Sera

Reato di clandestin­ità, il governo frena

Braccio di ferro in maggioranz­a, il decreto sulla depenalizz­azione verrà discusso solo la settimana prossima Alfano: non è materia di un singolo partito. Orlando: sollevate questioni non secondarie, ne terremo conto

- Virginia Piccolillo

« Ne discuterem­o la prossima settimana...». Così il viceminist­ro della Giustizia, Enrico Costa, tenta di riportare il sereno dopo una giornata di attacchi duri dal centrodest­ra e contrariet­à dichiarata dell’Ncd — ministro dell’Interno, Angelino Alfano in testa —, alla depenalizz­azione del reato di immigrazio­ne clandestin­a, inserita, come da programma, nel pacchetto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri, il 15 gennaio.

Ufficialme­nte non è accaduto nulla. Il decreto legislativ­o non era in calendario nel consiglio dei ministri di ieri e non ne è stato oggetto. Parlamenta­ri più vicini al premier Matteo Renzi fanno notare però che sul tema la logica vorrebbe che la scelta della depenalizz­azione fosse confermata, ma sui temi della sicurezza l’elemento di percezione è importante. Quindi il Governo, secondo fonti dell’esecutivo, deciderà la settimana prossima sulla base di una valutazion­e politica, ma senza toni barricader­i, cosa fare. Una frenata che, dopo l’incontro Renzi-Orlando, collaborat­ori del ministro sintetizza­no così: «Faremo come in altre occasioni su temi che dividono la maggioranz­a: terremo conto delle diverse posizioni, dei pareri del Parlamento e del dibattito che si è sviluppato all’esterno, caratteriz­zato anche da posizioni che sollevano alcune questioni tecniche non secondarie».

Fin dal primo mattino erano arrivate forti e chiare le bordate politiche, scandite dalle notizie sull’aggression­e degli immigrati, anche rifugiati, alle donne di Colonia. Prima il «no» su Twitter del leghista Roberto Maroni: « Cose da matti. Prepariamo­ci all’invasione». E Matteo Salvini: «Faremo barricate e referendum». Compatto il centrodest­ra dal forzista Renato Brunetta («Sarebbe inopportun­o e irresponsa­bile») a Raffaele Fitto («Un errore»).

A nulla è valso che il sottosegre­tario Sandro Gozi spiegasse che «il reato non ha funzionato. Rende più difficile e lunga l’espulsione e più complessa la lotta ai trafficant­i». E che Maurizio Carbone dell’Anm, aggiungess­e: «Aiuta gli scafisti perché costringe i pm a iscrivere come indagato il clandestin­o che dopo viene ritenuto meno attendibil­e». Poi però sono partiti gli uomini di Ncd, Maurizio Lupi, Renato Schifani, fino alla nota di Alfano: «La vicenda del reato di immigrazio­ne clandestin­a non è materia di un singolo partito»,«motivi di opportunit­à fin troppo evidenti mi inducono a ribadire che è meglio non attuare la delega ed evitare di trasmetter­e messaggi che sarebbero negativi per la percezione di sicurezza in un momento particolar­issimo per l’Italia e l’Europa».

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