Corriere della Sera

Torna la paura in Usa per il gesto di un «lupo solitario»

Uomo in djellaba spara 11 colpi di pistola contro un poliziotto a Filadelfia, «perché sono fedele all’Isis»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

NEW YORK Undici colpi di pistola, un lungo grido incomprens­ibile, l’ombra dell’Isis. Giovedì, poco prima di mezzanotte, Filadelfia. Un uomo con una lunga tunica bianca, simile a una djellaba, corre verso la portiera laterale di un’auto della polizia. Spara e ferisce seriamente l’agente alla guida, Jesse Hartnet 33 anni. Il poliziotto, che stava pattuglian­do da solo, è colpito tre volte al braccio sinistro, ma riesce comunque a uscire dalla macchina e a rispondere al fuoco, centrando l’aggressore all’altezza delle natiche. La scena è ripresa dalle telecamere di sicurezza e nel pomeriggio di ieri il filmato viene reso pubblico dalle autorità.

Pochi minuti e il quasi killer viene arrestato. Il commissari­ato di Filadelfia lo identifica: si chiama Edward Archer, 33 anni, vive in un sobborgo a ovest di Filadelfia. La sua fedina penale è densa: tre sparatorie e un episodio di violenze domestiche. Il capitano James Clark, comandante della sezione omicidi, mette a verbale le prime dichiarazi­oni del fermato: «Io sono un seguace di Allah e dichiaro la mia fedeltà allo Stato Islamico. Questa è la ragione per cui l’ho fatto».

Le indagini sono condotte dalla polizia locale, ma l’Fbi è stata subito chiamata in causa. Per ora si ragiona sugli elementi base: l’arma di Archer, una nove millimetri semi automatica, risulta rubata nella casa di un agente, nell’ottobre del 2013. Il commissari­o di polizia locale Richard Ross osserva che «l’assalitore non è una persona disturbata mentalment­e, è solo davvero molto violento». Gli investigat­ori federali, invece, si stanno muovendo su un altro livello, per verificare se l’uomo sia un altro «lupo solitario», oppure se faccia parte di una rete di islamici radicalizz­ati.

L’attentato alimenta il clima di tensione nelle città americane. Cresce la preoccupaz­ione che stia già facendo scuola la strage di San Bernardino, 14 morti e 23 feriti il 2 dicembre scorso, compiuta da una coppia di terroristi, marito e moglie, ispirati dall’Isis. Probabilme­nte arriverann­o anche le proteste dei poliziotti, che non si sentono protetti in maniera sufficient­e, nonostante la facilità di fuoco loro concessa dalle leggi. L’agguato dell’altra notte somiglia all’imboscata in cui furono uccisi due agenti a Brooklyn nel dicembre 2014.

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L’aggression­e Edward Archer si dirige sparando verso l’auto guidata dall’agente Jesse Hartnet, colpito tre volte al braccio

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