La delusione degli obbligazionisti Dopo il vertice con le nuove banche si guarda al governo
L’incontro tra i vertici delle nuove banche salvate e i rappresentanti degli obbligazionisti truffati ieri c’è stato ma non è stato risolutivo. Non poteva esserlo. Perché il convitato di pietra dell’incontro, il governo, non ha ancora risolto i nodi dell’accesso al neonato Fondo di solidarietà introdotto con la legge di Stabilità per venire incontro ai clienti di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti che hanno visto azzerato il valore dei loro bond subordinati con la risoluzione degli istituti. La consigliera indipendente Maria Pierdicchi, e il ceo Banca Etruria, Roberto Bertola, lo hanno spiegato ieri alle «vittime del Salvabanche» capitanate da Carmen Letizia Giorgianni, prima semplice gruppo su Facebook ora prossimo a diventare un’associazione. «È l’inizio di un dialogo. Noi possiamo essere propositivi, non risolutivi», ha spiegato Bertola. Si dicono «parzialmente delusi» i risparmiatori: si attendevano un’iniziativa volontaria dalle banche ma è evidente che le regole Ue lo vietano. Per questo, come hanno spiegato, alle «vittime» resta in mano l’arma del ricorso al Tar le manifestazioni di piazza: un modo per premere sull’esecutivo Renzi. «Il governo sta già lavorando a pieno ritmo per definire gli aspetti tecnici» della procedura arbitrale «per risarcire chi è stato ingannato e si è assunto un rischio che non si doveva assumere», ha detto in serata il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Punto di partenza per i criteri sui risarcimenti saranno l’esposizione ai bond e la concentrazione del patrimonio.