Corriere della Sera

UNA PRUDENZA IMPOSTA DAGLI ALTRI FRONTI CALDI

- Di Massimo Franco

Troppa fretta, forse. E adesso, il governo sembra costretto a fare i conti non tanto con i rapporti di forza parlamenta­ri, ma con resistenze culturali che non aveva calcolato fino in fondo. La decisione di Matteo Renzi di lasciare ai parlamenta­ri la libertà di coscienza sulla legge che regola le unioni civili va interpreta­ta come un gesto di realismo. Si tratta, tuttavia, di una scelta maturata dopo l’incontro di ieri pomeriggio col ministro delle Riforme istituzion­ali, Maria Elena Boschi, e i due capigruppo del Pd.

E fa seguito alle parole bellicose dei giorni precedenti, che mostravano un governo deciso ad approvare il testo così com’era, rifiutando qualunque compromess­o. Evidenteme­nte, dalla maggioranz­a, intesa come Nuovo centrodest­ra di Angelino Alfano, da qualche frangia residua del Pd, e da una parte delle opposizion­i, sono arrivati segnali di forte scetticism­o. Alfano ha addirittur­a ipotizzato un referendum abrogativo, mettendo in allarme un Vaticano memore degli scontri perdenti sul divorzio nel 1974 e sull’aborto nel 1981.

La Chiesa cattolica preferisce rassegnars­i ad accettare le unioni civili. E in parallelo fa sentire discretame­nte le sue profonde riserve: tanto più in un momento in cui Papa Francesco mostra apertura e rifiuta di assecondar­e derive referendar­ie e scontri ideologici. Questo sfoggio di moderazion­e costringe il governo a fare i conti con le lacerazion­i potenziali di provvedime­nti considerat­i di sinistra ma forse non proprio popolari. Ammettere per legge l’adozione del figlio del convivente per le coppie omosessual­i è qualcosa che il premier ha dichiarato di volere.

Il voto finale verrà influenzat­o anche dall’impatto della piazza cattolica

Ma da ieri delega al Parlamento la soluzione, con distacco ostentato. Il tentativo è di non forzare la mano e di non politicizz­are troppo la questione, una volta indicata la rotta. Anche perché le votazioni al Senato avverranno a fine mese. E incroceran­no la manifestaz­ione cosiddetta del «Family Day», la giornata indetta dalle associazio­ni cattoliche ostili alle norme che Renzi spera di approvare. Palazzo Chigi è già esposto su molti fronti. La scia giudiziari­a dell’inchiesta sul salvataggi­o di quattro banche locali promette altre sorprese.

In più ci sono le tensioni in aumento con l’Europa. E le giunte locali, a cinque mesi dalle elezioni amministra­tive, restano un rebus. Aggiungere a queste incognite la sfida sulle unioni civili potrebbe risultare imprudente. Come minimo, il governo cercherà di verificare la consistenz­a della piazza cattolica; e di valutare quanto pesi il «no» alla legge di una parte della società italiana. Sarà quella risposta a influire sul contenuto del testo finale.

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