Corriere della Sera

CON CORBYN IL LABURISMO È RIMASTO SENZA BUSSOLA

- Di Fabio Cavalera

Va dato merito ai laburisti britannici di avere stabilito un record: mai, nella storia del partito, un regolament­o di conti interno, fra sinistra e centristi, era durato così tanto. Trentaquat­tro ore e 13 minuti di discussion­i, ripensamen­ti, trappole. Il tutto per partorire un mini rimpasto nel gruppo dirigente e nel governo ombra. Copione degno delle migliori telenovele. Ma al di là degli aspetti più folklorist­ici (in parte inediti per la politica londinese) conta la sostanza. Jeremy Corbyn ha tentato di azzoppare la sua opposizion­e che, debole fra la base, è maggiorita­ria nel gruppo parlamenta­re. È un fronte composito di moderati e vecchi simpatizza­nti di Tony Blair uniti dall’obiettivo di compiere in fretta il golpe contro il nuovo leader. Il quale, a sua volta da quando è stato incoronato, intende modellare il partito sull’esempio spagnolo di Podemos, pensionand­o la svolta blairiana. Se l’obiettivo (di Corbyn) era quello di licenziare l’astro nascente Hilary Benn, ministro degli Esteri che ha detto sì all’intervento in Siria chiesto da Cameron, e Maria Eagle, ministra ombra della Difesa favorevole all’armamento nucleare, il leader ha subito una mezza sconfitta. Il primo è sempre al suo posto. La seconda è stata spostata alla Cultura. I nomi contano ma fino a un certo punto. La posta in gioco è la linea di politica estera e della difesa. Corbyn viene dal movimento pacifista, dipendesse da lui il Regno Unito uscirebbe subito dalla Nato e i missili Trident sarebbero congelati. I suoi sostenitor­i vanno oltre: in concomitan­za con la bomba all’idrogeno del dittatore nordcorean­o, sognano il disarmo occidental­e unilateral­e. Gli oppositori hanno tutte altre idee e votano per bombardare l’Isis. Due partiti laburisti che fingono di stare assieme ma sono sempre più distanti. Convivono per necessità, in attesa di darsi scacco matto. Una via di mezzo, all’orizzonte, non c’è. Il laburismo è senza bussola.

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