Corriere della Sera

Capire gli orologi (e poi, forse, comprarli)

In via Verri un spazio con esposizion­i e filmati. Maristella Pisa: «Scommettia­mo su Milano»

- Augusto Veroni

«Il nostro passato, proprio come quello di Milano, nasce e si sviluppa sulla borghesia locale del Dopoguerra. Una bella crescita, non provincial­e, che rilancia Milano a livello internazio­nale. Noi abbiamo sempre scommesso sulla realtà milanese e oggi, a ben vedere, non facciamo altro che continuare a scommetter­e, con ragionevol­ezza».

Maristella Pisa, seconda generazion­e della famiglia venuta da Gualtieri, nella Bassa reggiana, per portare a Milano la propria competenza d’orologeria, sorride mentre la figlia Chiara annuisce: il passaggio del testimone alla terza generazion­e — quella di Chiara, appunto — non è ancora completato, ma è evidente il flusso di una storia famigliare che parte da lontano, è fortemente radicata nel presente e prepara il futuro. Un futuro concertato insieme: un investimen­to notevole per aprire, accanto alla storica sede di Via Verri, a Milano, qualcosa che sarebbe riduttivo chiamare sempliceme­nte negozio ( aperto il 2 gennaio, sarà inaugurato ufficialme­nte il 23 febbraio).

Chiara mostra con orgoglio il senso della nuova impresa: scompare quasi del tutto il classico bancone per la vendita per fare spazio a punti d’incontro con chi, indipenden­temente dall’acquisto, abbia passione per gli orologi. E che questa non sia solo una strategia furbetta lo capisci dagli spazi, molto ampi, destinati a mostre, ad esposizion­i con pareti intere, persino nel fumoir, ricoperte di schermi sui quali scorrerann­o immagini delle fabbriche, dettagli di movimenti, filmati per comprender­e i valori dell’orologeria. È evidente che il lavoro dell’architetto Vittorio Carena si è sviluppato intorno ad una precisa identità del rapporto fra venditore e compratore.

«Non sarà solo uno spazio dove comprare, ma piuttosto uno spazio dove capire e poi, forse, comprare. Sta arrivando una categoria di compratori che vuole innanzitut­to capire e se capisce spende più volentieri».

Il bello è che questo entusiasmo imprendito­riale viene da due generazion­i di donne che, in un ambiente una volta misogino come quello dell’orologeria, hanno portato Pisa ad essere un’istituzion­e internazio­nale, in perenne contatto con quelle del settore e considerat­a una delle cinque migliori realtà mondiali del commercio orologiero.

Maristella Pisa: «Fra dieci anni l’orologeria avrà ulteriori evoluzioni, pur conservand­o questa base. E io vorrei esserci, esserci per progettare con mia figlia i prossimi passi».

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Donne Maristella Pisa con la figlia Chiara

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