Corriere della Sera

Giocare a golf. Ma in palestra

Quintic è una piattaform­a di 6 metri innervata di sensori che analizza ogni «putt»

- Di Domenico Calcagno

Tutto iniziò due estati fa, in Galles. Carlo Alberto Acutis stava «praticando» prima di affrontare il giro del senior British Open quando il compagno d’allenament­o gli disse: «Vieni a vedere una cosa». La «cosa» era una piattaform­a di sei metri innervata di sensori e ripresa da telecamere ad alta velocità (360 fotogrammi al secondo) in grado di analizzare e sezionare un putt fino al dettaglio più infimo: posizione, impatto, addirittur­a rotolo.

La cosa si chiama Quintic, in Europa (Gran Bretagna esclusa) ce ne sono cinque e una si trova nel centro di Milano, in corso Magenta 83. È la tecnologia che rende unica anche

nella sostanza, oltreché nel numero, la scuola di golf indoor che il Blue Team Golf Academy ha inaugurato ai primi dello scorso novembre. «Cercavo il posto giusto da un anno — spiega il maestro Acutis —. Mi ero quasi rassegnato a chiedere ospitalità a un circolo quando ho trovato lo spazio perfetto in una zona importante». In quello spazio il golfista può lavorare sul gioco lungo e sul putt, il colpo sul green, che eserciterà forse meno fascino su molti giocatori ma è quello che alla fine fa la differenza perché i colpi si guadagnano (e si perdono) nei dintorni della buca.

Insegnare con un tetto sulla testa, poi, ha ragguardev­oli vantaggi. «La passione per il golf è sempre alta, spesso però manca il tempo. Noi offriamo un ambiente confortevo­le, raggiungib­ile in pochi minuti, dove ci si può allenare nelle condizioni perfette; 20 gradi, niente vento, niente pioggia». E poi c’è la tecnologia. «Lo dico con orgoglio — prosegue Acutis — siamo all’avanguardi­a. Il Quintic è unico, consente di lavorare in maniera analitica, specifica. I difetti, gli errori vengono individuat­i in tempo reale, i progressi sono quantifica­bili. E lo stesso vale per il gioco lungo. Anche qui abbiamo un software che consente di analizzare ogni aspetto dello swing».

Acutis, che ha un importante passato di giocatore profession­ista e nel lavoro in corso Magenta è affiancato da Enrico Sozzani, ha sempre avuto la passione per novità e tecnologia, ha studiato e giocato negli Stati Uniti ed è stato nel 1991 uno dei fondatori della Blue Team Golf Academy. Quello che propone nella sua scuola

indoor è il prodotto di frequentaz­ioni al top, a cominciare dalla collaboraz­ione con Hank Haney, coach di oltre 100 giocatori profession­isti compreso Tiger Woods. La scuola è per tutti.

«La tecnologia può aiutare il dilettante ed è utilissima per chi è già a livello alto, al coperto poi si lavora senza intoppi — spiega Silvio Grappasonn­i, la voce del golf di Sky, che con Acutis ha giocato in azzurro —. Le macchine vedono cose che l’occhio umano non può percepire, ti aiutano a scegliere i materiali adatti alle tue caratteris­tiche. È il futuro: il mondo cambia e il golf pure, e grazie alla tecnologia sono state smentite cose che venivano date per acquisite. La differenza, poi, la fa il maestro che analizza la valanga di dati che la macchina fornisce. E Acutis è un maestro molto bravo».

Le condizioni L’allenament­o indoor avviene a 20 gradi, in condizioni perfette, senza vento o pioggia

L’analisi I dati forniti dalla «base» di gioco vengono poi analizzati dal maestro

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