Sostenibile e spettacolare Il rifugio cambia volto e la vetta sembra un film
Dal Bianco alle Dolomiti, addio alle vecchie strutture Oggi si punta sul design raffinato e sull’energia pulita
una vela in acciaio gonfiata dalle correnti alpine. La sua immensa vetrata è sospesa sul Ghiacciaio del Miage. Quote più miti e ispirazione alla tradizione Walser per il rifugio Mollino (m 2.100). La realizzazione in collaborazione con il Politecnico di Torino è su disegni originali dell’architetto Carlo Mollino, a Gressoney Saint Jean (Aosta). Ancora niente macchine, ma nemmeno fatica, nella cornice montuosa di Merano, in Alto Adige: il Vigilius Mountain Resort (1.550 m), non è un rifugio per alpinisti, ma con i rifugi è accomunato dal fatto che si raggiunge solo a piedi o in funivia. Il progetto di Matteo Thun è sostenibile sul fronte energetico e soprattutto per i materiali utilizzati. Inoltre, la struttura in legno fa scuola per come si immerge nel bosco intorno.
Ben visibile sulla montagna la ristrutturazione del Muottas Muragl (m 2.456): prendi un edificio storico e dotalo di comfort hi-tech e attenzione all’ambiente, magari di fronte al panorama dell’Engadina e con il trenino privato, ed ecco che ottieni una specie di paradiso L’architettura di questi luoghi è sempre meno invasiva e rispetta l’ambiente montano ad uso e consumo di chi ama la montagna ma non vuole faticare troppo. Tornando in ambiti più alpinistici, ma sempre sotto la bandiera rossocrociata, metallo e celle fotovoltaiche dominano il circo glaciale del secondo massiccio alpino per altitudine. Il Monte Rosa Hütte (m 2.883) è un diamante incastonato tra i ghiacciai. Tra gli spigoli accumula così tanta energia da coprire il 90% del suo fabbisogno.
Esperienza da neve, ma ai margini nel villaggio di Monthey - Les Cerniers, Canton Vallese, quella del Whitepod Resort (m 1.400). Dodici igloo a gestione «eco» riscaldati a biomassa: accolgono chi vuole provare l’idea di un campeggio Sospeso Il rifugio del Goûter è un rifugio situato nel comune di Saint-Gervaislesnel dipartimento dell’Alta Savoia, nel massiccio del Monte Bianco, a 3.835 metri di quota invernale. I prezzi sono più vicini all’hotel di lusso, ma il panorama vale l’impegno.
Sui monti Tatra, nel sud della Polonia, un cubo sembra essere caduto nelle praterie d’alta quota. Avvicinandosi ci si accorge che la bizzarra struttura è un edificio. Il Kezmarske Hut (m 1.500) consta di 5 piani avvolti in pannelli specchiati che, riflettendo l’ambiente circostante, lo rendono invisibile. Non è il massimo della sicurezza per sciatori ed escursionisti che magari desidererebbero fosse evidente in caso di nebbie o nubi basse, ma la natura ringrazia per la non invasività del design e per la passività del consumo energetico.
Al contrario, nel Caucaso ai piedi del tetto d’Europa, un grappolo di cisterne forma il LEAPrus 3912 (m 3.912). Firmato dagli stessi progettisti (italiani) del Bivacco Gervasutti, la struttura tra i due picchi dell’Elbrus domina incontrastata questa propaggine meridionale della Russia, a metà tra il Mar Nero e il Mar Caspio. I quattro avveniristici moduli in materiale composito sono stati prefabbricati in Italia e assemblati in loco. Un pezzo della tradizione montana del Bel Paese è riuscita a toccare l’estremità del continente.