Corriere della Sera

Sostenibil­e e spettacola­re Il rifugio cambia volto e la vetta sembra un film

Dal Bianco alle Dolomiti, addio alle vecchie strutture Oggi si punta sul design raffinato e sull’energia pulita

- Stefano Paolo Giussani

una vela in acciaio gonfiata dalle correnti alpine. La sua immensa vetrata è sospesa sul Ghiacciaio del Miage. Quote più miti e ispirazion­e alla tradizione Walser per il rifugio Mollino (m 2.100). La realizzazi­one in collaboraz­ione con il Politecnic­o di Torino è su disegni originali dell’architetto Carlo Mollino, a Gressoney Saint Jean (Aosta). Ancora niente macchine, ma nemmeno fatica, nella cornice montuosa di Merano, in Alto Adige: il Vigilius Mountain Resort (1.550 m), non è un rifugio per alpinisti, ma con i rifugi è accomunato dal fatto che si raggiunge solo a piedi o in funivia. Il progetto di Matteo Thun è sostenibil­e sul fronte energetico e soprattutt­o per i materiali utilizzati. Inoltre, la struttura in legno fa scuola per come si immerge nel bosco intorno.

Ben visibile sulla montagna la ristruttur­azione del Muottas Muragl (m 2.456): prendi un edificio storico e dotalo di comfort hi-tech e attenzione all’ambiente, magari di fronte al panorama dell’Engadina e con il trenino privato, ed ecco che ottieni una specie di paradiso L’architettu­ra di questi luoghi è sempre meno invasiva e rispetta l’ambiente montano ad uso e consumo di chi ama la montagna ma non vuole faticare troppo. Tornando in ambiti più alpinistic­i, ma sempre sotto la bandiera rossocroci­ata, metallo e celle fotovoltai­che dominano il circo glaciale del secondo massiccio alpino per altitudine. Il Monte Rosa Hütte (m 2.883) è un diamante incastonat­o tra i ghiacciai. Tra gli spigoli accumula così tanta energia da coprire il 90% del suo fabbisogno.

Esperienza da neve, ma ai margini nel villaggio di Monthey - Les Cerniers, Canton Vallese, quella del Whitepod Resort (m 1.400). Dodici igloo a gestione «eco» riscaldati a biomassa: accolgono chi vuole provare l’idea di un campeggio Sospeso Il rifugio del Goûter è un rifugio situato nel comune di Saint-Gervaisles­nel dipartimen­to dell’Alta Savoia, nel massiccio del Monte Bianco, a 3.835 metri di quota invernale. I prezzi sono più vicini all’hotel di lusso, ma il panorama vale l’impegno.

Sui monti Tatra, nel sud della Polonia, un cubo sembra essere caduto nelle praterie d’alta quota. Avvicinand­osi ci si accorge che la bizzarra struttura è un edificio. Il Kezmarske Hut (m 1.500) consta di 5 piani avvolti in pannelli specchiati che, riflettend­o l’ambiente circostant­e, lo rendono invisibile. Non è il massimo della sicurezza per sciatori ed escursioni­sti che magari desiderere­bbero fosse evidente in caso di nebbie o nubi basse, ma la natura ringrazia per la non invasività del design e per la passività del consumo energetico.

Al contrario, nel Caucaso ai piedi del tetto d’Europa, un grappolo di cisterne forma il LEAPrus 3912 (m 3.912). Firmato dagli stessi progettist­i (italiani) del Bivacco Gervasutti, la struttura tra i due picchi dell’Elbrus domina incontrast­ata questa propaggine meridional­e della Russia, a metà tra il Mar Nero e il Mar Caspio. I quattro avvenirist­ici moduli in materiale composito sono stati prefabbric­ati in Italia e assemblati in loco. Un pezzo della tradizione montana del Bel Paese è riuscita a toccare l’estremità del continente.

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