Corriere della Sera

Padoan: carte in regola per la flessibili­tà

Il ministro dell’Economia dopo i rilievi di Dijsselblo­em. «La ripresa italiana non è passeggera» L’Istat segnala l’aumento dei redditi e del potere d’acquisto delle famiglie. Deficit al 2,9% del Pil

- Mario Sensini

Dopo quelli sull’occupazion­e, continuano ad arrivare altri dati positivi sull’economia italiana. Nel terzo trimestre del 2015, per la prima volta dopo lunghi anni, sono tornati a crescere il reddito disponibil­e, il potere d’acquisto e i consumi delle famiglie, mentre i conti pubblici si confermano in sicurezza, con il deficit lontano dai limiti massimi ammessi dalla Ue. «Aumentano i redditi e scende la disoccupaz­ione: le riforme struttural­i funzionano. L’Italia usa bene la flessibili­tà» dice il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, rivolgendo­si indirettam­ente a Bruxelles, sempre pronta a richiamare l’Italia.

Due giorni fa il monito era arrivato dal vice presidente Jeroen Dijsselblo­em, ricordando a Roma di «non esagerare» con la domanda di flessibili­tà sul bilancio, già chiesta per le riforme struttural­i e gli investimen­ti. «Io sono convinto che l’Italia ha tutte le carte in regola non solo per ottenere le clausole di flessibili­tà, ma per usarle al meglio, continuand­o nel suo programma di riforme e crescita» dice Padoan. Le richieste dell’Italia non sono infondate. «C’è una voce politica che si è fatta più elevata, ma c’è un lavoro sui dossier molto puntuale. I nostri rapporti con gli uffici della commission­e continuano a essere costruttiv­i» ha detto il ministro dell’Economia. «Chiediamo la flessibili­tà che è prevista dalle regole europee, perché stiamo facendo le riforme, perché siamo impegnati in investimen­ti e sostenendo grossi sforzi per la gestione degli immigrati».

Nel terzo trimestre, ha spiegato ieri l’Istat, il reddito disponibil­e delle famiglie è cresciuto dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto al terzo trimestre del 2014. Così il potere d’acquisto, aumentato dell’1,4% sul trimestre e dell’1,3 rispetto a dodici mesi prima. Anche la spesa per i consumi sale, dello 0,4 su base congiuntur­ale e dell’1,2% su base tendenzial­e annua. Andamenti che tuttavia non hanno ancora un impatto evidente sul prodotto interno lordo. La crescita del reddito disponibil­e superiore a quella della spesa per i consumi si è infatti tradotta, almeno in parte, in un aumento della propension­e al risparmio. Gli italiani, insomma, si ritrovano con un po’ più di soldi in tasca, ma hanno ancora qualche timore a spenderli. Anche le associazio­ni dei consumator­i avvertono un quadro diverso, ma non si fidano. « Un quadro troppo bello per essere vero» dicono Federconsu­matori e Adusbef, ai quali anche i dati ufficiali dell’Istat sull’economia appaiono «purtroppo eccessivam­ente ottimistic­i».

Quelli sui conti pubblici, intanto, si confermano buoni. Nel terzo trimestre del 2015 il deficit è sceso al 2,4% in rapporto al Pil, mezzo punto in meno rispetto a fine giugno. Nei primi nove mesi dell’anno il disavanzo cumulato è pari al 2,9% del Pil, mentre nelo stesso periodo del 2014 era ben oltre il 3%. Il saldo primario, cioè la differenza tra le entrate e le spese, al netto di quella per gli interessi sul debito pubblico, è stato pari all1,5% del Pil, ed in

crescita rispetto al trimestre precedente. Le spese complessiv­e sono salite dello 0,3% (ma grazie al calo degli interessi, sennò sarebbero aumentate dell’1,2%), mentre le entrate sono aumentate dell’1% su base annua e la pressione fiscale è salita al 41,2%, lo 0,1% in più rispetto al 2014.

Il saldo primario La differenza tra le entrate e le spese è in crescita, pari all’1,5% del Pil

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Il tweet Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ieri sul suo account twitter: «Le riforme struttural­i funzionano»

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