Corriere della Sera

«Don Matteo» sfiora i 10 milioni di fan «Mi guida anche la gioia della fede»

Terence Hill: alle mie spalle c’è sempre l’ombra di Bud Spencer come nume tutelare

- Emilia Costantini

«Comincio fermamente a credere che ci sia l’ombra di Bud Spencer alle mie spalle come nume tutelare». Terence Hill ha ragione di scherzare, con una battuta affettuosa nei confronti del suo antico compagno d’avventura, all’indomani dello straordina­rio successo del suo «Don Matteo»: la prima puntata della decima serie del prete detective ha esordito l’altra sera su Rai 1 con 9 milioni 677 mila spettatori (33,87% di share) nel primo episodio, e 8 milioni 657 mila spettatori (37,44% di share) nel secondo. Con un particolar­e gradimento da parte del pubblico giovanile.

«Sono convinto — spiega il protagonis­ta — che proprio il successo che ebbero i film con Bud, i western comici, divertenti che arrivavano al pubblico E infatti il pubblico non ne è rimasto deluso».

Ascolti da capogiro che hanno staccato di diverse misure tutti i programmi concorrent­i della prima serata. Al decimo anno della fiction prodotta da LuxVide con Rai Fiction c’era da aspettarse­lo? «No — risponde secco — anzi, ce lo dicevamo sul set... chissà come andrà questa nuova serie, non era per nulla scontato un risultato Sipario su Girls, il serial cult della Hbo sul cui set newyorches­e quest’estate ha lavorato anche Malia Obama. La saga — creata, interpreta­ta e prodotta da Lena Dunham (foto) — racconta in chiave Millennial­s le vicende di quattro amiche, poco più che ventenni, che stanno cercando di costruirsi una vita dopo essersi trasferite a New York. Definita «la voce di una generazion­e» tanto soddisface­nte».

Allora occorrereb­be chiedersi qual è il segreto per cui un personaggi­o di questo genere non riesca a stancare la platea televisiva, ma continui a riscuotere consensi così ampi: «Non ci sono segreti per la riuscita di un progetto. Se fosse così, sarebbe facile fare qualunque cosa, cinema, tv... E non esistono ricette sicure, efficaci. Forse — aggiunge Terence Insieme Terence Hill, 76 anni, nei panni di Don Matteo, in una scena con Belén Rodríguez, 32; la fortunata serie è arrivata alla decima edizione la serie — è già stato deciso — si concluderà nel 2017, al traguardo della sesta stagione. «Il fatto che io stia per compiere 30 anni chiude un ciclo», ha spiegato Lena Dunham che ha scritto il primo copione di Girls quando ne aveva 23. Girls — ha spiegato — ha ampiamente fatto il suo corso ed è arrivata l’«ora di crescere». Che significa un nuovo serial, sempre per — il segreto è la felice combinazio­ne di una troupe, tra attori e tecnici, che lavora da anni con grande complicità e soprattutt­o con energia e gioia».

Energia e gioia: due belle parole che sembrano proprio adatte al personaggi­o Don Matteo, un sacerdote sempre sorridente, fiducioso, disponibil­e. «Sì, ma anche l’uomo Terence Hill — dice l’attore — è credente e nella parola “gioia” è insita anche la fede mistica: è la gioia di cui parla Gesù. Una manifestaz­ione di allegria, di letizia che io ho sempre riscontrat­o nella religione, ma non in Italia». In che senso? «Il cattolices­imo italiano è piuttosto cupo, mette al centro sempre il concetto di “peccato”, di punizione divina... un concetto che mi ha molto meraviglia­to e che esula totalmente dalla mia idea di fede. In America, dove ho vissuto a lungo, è l’opposto: l’insegnamen­to del Vangelo è vissuto come qualcosa di gioioso. E io, nel costruire il personaggi­o di un sacerdote di oggi, mi sono ispirato proprio a questa interpreta­zione religiosa, cancelland­o il concetto di peccato da Don Matteo. Forse — aggiunge scherzando — c’è un’attinenza, anche sotto questo profilo, con “Lo chiamavano Trinità”. Insomma, dato il riferiment­o alla Trinità, forse era destino che prima o poi vestissi l’abito talare!».

Ma Terence Hill non teme che quest’abito diventi un po’ stretto, una gabbia? «Assolutame­nte no. Gli attori hanno sempre questa paura di essere identifica­ti con un solo personaggi­o, si sentono menomati, vogliono sempre dimostrare di saper fare altro. Io, al contrario, aspiro a essere identifica­to col ruolo. Voglio essere Don Matteo».

EmiliaCost­antin

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy