LA SCELTA DEGLI AUSTRALIANI MONARCHICI O REPUBBLICANI?
Nel lontano 1988 sono stata una delle fondatrici del Movimento repubblicano australiano, un movimento apartitico che vuole che l’Australia diventi una repubblica. È stata una strada lunga e direi anche dolorosa, dato che il partito conservatore (Liberal party) ha sempre appoggiato la monarchia inglese. Il presente Primo ministro, Malcolm Turnbull, liberale di centrosinistra, è anche lui uno dei fondatori del Movimento repubblicano australiano: sono certa che entro un paio di anni ci sarà nuovamente il referendum sulla repubblica, un referendum che questa volta non perderemo.
Cara Signora,
Devo ricordare ai lettori che l’Australia è un regno sui generis. Il capo dello Stato è il monarca che siede a Londra nel palazzo di Buckingham ed è rappresentato a Canberra da un governatore generale; ma né l’uno né l’altro hanno la benché minima influenza sulle vicende australiane. Non sarebbe utile e opportuno che la sostanza corrispondesse alla forma e l’Australia divenisse repubblica? Dopo lunghi dibattiti sulla stampa e nella pubblica opinione, la questione fu posta ai cittadini australiani con il referendum istituzionale del 6 novembre 1999. I «monarchici» vinsero la partita con una maggioranza pari al 54,87% dei voti espressi, ma sembra che all’origine del risultato vi fossero soprattutto dissensi sul modo
FATTI DI COLONIA
in cui scegliere il capo dello Stato. La formula sottoposta agli elettori prevedeva una maggioranza di due terzi del Parlamento nazionale, ma numerosi repubblicani, anche se non è facile stabilirne la percentuale, avrebbero preferito il modello americano della elezione popolare.
Oggi i tempi sembrano essere più favorevoli al cambiamento. Uno dei maggiori giornali australiani, il Sidney Morning Herald, ha iniziato l’anno nuovo con un lungo articolo intitolato «Un felice e indipendente 2016: l’anno della Repubblica». La presenza di un repubblicano alla guida del governo dovrebbe essere una garanzia. Ma lo stesso Malcolm Turnbull, Primo ministro dal 15 settembre 2015, ha dichiarato, assumendo la sua carica: «Pur essendo repubblicano devo dirvi che esistono questioni più pressanti, per me e per il governo, della questione repubblicana. La prossima occasione per l’organizzazione di un referendum verrà dopo la fine del regno di Elisabetta». Sembra quindi che il governo voglia risparmiare alla regina la perdita di una delle sue perle più belle.
«Con tutto il rispetto dovuto, ha commentato il Morning Herald, vi sarà sempre una scusa per rifiutare la repubblica se il criterio è quello della deferenza alla monarchia. I conservatori sosterranno che anche al principe Carlo non bisogna mancare di rispetto; mentre gli amanti delle celebrità vorranno vedere all’opera il principe William e Kate. Per non parlare della graziosa coppia principesca di George e Charlotte». Collezionare francobolli Tempi duri per i collezionisti di francobolli che un tempo erano tenuti in considerazione dalle Poste, tanto che presso le sedi provinciali funzionava lo Sportello dedicato dove c’era sempre la fila, specie per le ambite «buste primo giono». Ora, seguire le nuove emissioni o recuperarne qualcuna «perduta» è impresa quasi titanica. Lo Sportello ormai è virtuale in quanto il faldone dei francobolli è detenuto dal direttore dell’ufficio. Il servizio è disponibile solo il Sabato. In assenza del direttore il servizio è rimandato alla settimana successiva, salvo ulteriori impedimenti. Eppure il francobollo esprime uno degli aspetti più interessanti della cultura (e della grafica): il richiamo a eventi della storia, a opere eccelse dell’arte, la memoria di grandi personaggi, la rappresentazione di piante e animali rari, gli eventi sportivi di alto livello. Tutto questo sta per diventare qualcosa del tempo che fu, nonostante i filatelici siamo duri a morire...
Liliana Gissara, Siracusa