Zidane, il suo primo Real rivede le stelle Stasera debutto con il Depor: «Sicuri titolari Cristiano Ronaldo, Benzema e Bale»
Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile l’esito è scontato e vale un pugno di dollari. È possibile che tra Sinisa Mihajlovic e Rudi Garcia alla fine della notte dell’Olimpico ne resterà (in piedi) uno solo: «Siamo come due pistoleri, ma non ci sono analogie, lui lavora da due anni, io da sei mesi. La cosa grave non è cadere, ma restare per terra».
Quando invece una società deve decidere se impallinare un allenatore, per prima cosa guarda i risultati e la classifica, perché in palio c’è un malloppo di dollari ben corposo, quello che arriverebbe con l’ingresso in Europa. E qui il Milan ha poco da controbattere, con 28 punti, 1,5 di media a partita, a -8 dalla fatidica soglia Champions. Il secondo aspetto analizzato però è se la squadra è ancora al fianco dell’allenatore. Ecco perché Mihajlovic insiste sul tema, che, a occhio, è il suo (unico?) punto di forza del momento: «Io non sono abituato a dare le dimissioni. Se vedo
Il campo l’ha spesso trasformato in un teatro dove i sogni impossibili diventavano uno spettacolo di magia. Dopo essere stato uno dei più grandi prestigiatori moderni, a 43 anni Zinedine Zidane siede per la prima volta sulla panchina del Real Madrid. Un altro strato di vernice d’oro su una Bentley con il motore che tossisce.
L’ex numero 10 esordisce stasera (diretta tv ore 20.30, Fox Sports) alla guida dei Blancos, la più titolata, ricca e complicata squadra del mondo. Non sarà il Deportivo la Coruña ad assillare la mente del francese, al debutto dopo la cacciata del mal sopportato Prima volta Zinedine Zidane, 43 anni (Epa) che la squadra non si allena bene e non è unita però sono il primo a tirarmi fuori, ma fino a oggi questo presupposto non c’è».
Sinisa ammette con sincerità di non aver sentito il presidente dopo la sconfitta col Bologna e in queste situazioni il silenzio è un brutto segno, anche perché intanto si scaldano i possibili sostituti, con in testa il tandem Lippi-Brocchi e poi Prandelli; infine fa il pieno di realismo quando dice «sono nel calcio da 30 anni e so bene che decidono i risultati. A parte il primo mese, sono sempre stato in bilico, non nascondo che queste due partite sono fondamentali». Fosse il gioco della squadra brillante come la dialettica del tecnico serbo, il Milan sarebbe più sereno: «Ho detto all’ufficio stampa di girarmi la rassegna con solo gli articoli che parlano bene di me, quindi sono mesi che non ricevo niente...».
Questa sera, per convincere Silvio Berlusconi a proseguire con lui (almeno fino alla partita-verità
La cosa grave non è cadere, ma restare per terra Io e Garcia ci giochiamo tanto, ma lui lavora da due anni
Rafa Benitez, ripudiato dal presidente Florentino Perez dopo il 2-2 con il Valencia. Il predestinato Zidane, passato dal Real B all’élite del calcio, deve preoccuparsi di accontentare gli 81 mila tifosi che affolleranno il Santiago Bernabeu, e soprattutto uno spogliatoio di Galaticos prime donne. «L’importante è tenere lo spirito dei giocatori alto. Mi piacerebbe proporre un calcio attraente, ma con equilibrio. Voglio portare un gioco spettacolare, quello che questo club ha sempre avuto».
I buoni propositi devono però combaciare con i risultati, perché a Madrid chiudere secondi è la peggiore delle sconfitte e vincere la Liga la più scontata normalità. Riuscire a schierare tutti gli attaccanti insieme, come piacerebbe a Perez, è sfida autodistruttiva, lasciarne fuori qualcuno significa inquinare l’atmosfera di uno spogliatoio dove la temperatura cresce in fretta. Zidane è partito tutelando le stelle: «Sicuri titolari Cristiano Ronaldo, Benzema e Bale». Gli altri si vedrà, con che schema e che tipo di gioco pure, anche se il francese ha costruito la sua gloria di fantasista sulle fatiche di ruvidi interditori come Deschamps e Makéléle e quindi non rinuncerà mai a un buon incontrista.
Blindato Ronaldo che «non si muoverà da Madrid né ora né mai», Zizou dovrà risolvere l’enigma Bale e decidere se il gallese da 100 milioni sia meglio in avanti o nel suo naturale ruolo di velocista in fascia.
Zidane lunedì preparava il match contro l’Ebro di terza Divisione, oggi «sono in un’altra dimensione. Questa è una pietra miliare: sono pronto, ben preparato e felice. La gente viene allo stadio per vedere la squadra giocare bene e vincere. Conta solo questo». Soprattutto al Real Madrid.
Vivo come in un’altra dimensione Questa è una pietra miliare per me. Voglio proporre un calcio spettacolare che è lo stile del club