Sul preolimpico da fare a Torino è partito l’attacco della Serbia
Sono tempi duri per la nostra pallacanestro. Esclusa dalla seconda fase dell’Eurolega (Milano e Sassari subito eliminate), incapace di vincere in Eurocup (5 squadre impegnate, un solo inevitabile successo in un derby italiano). Gianni Petrucci, presidente di una Federazione che cerca in tutti i modi di rinverdire fasti ormai lontani, sa benissimo che il rilancio del movimento passa dalla qualificazione della Nazionale dei 3-Nba-3 ai Giochi di Rio. E si è mosso per agevolare il più possibile il cammino di Azzurra verso l’Olimpiade. Qualificarsi passando per gli Europei era complicato, anche se pensare che con la Spagna è passata la giovane Lituania un po’ fa innervosire. L’eliminazione nei quarti di finale ha regalato però all’Italia la via d’uscita del torneo preolimpico. Petrucci ha scelto una doppia strada: la prima, ingaggiare l’allenatore italiano con più titoli in bacheca, Ettore Messina; la seconda, muoversi per ottenere l’organizzazione di uno dei tre tornei preolimpici, (in calendario dal 4 al 10 luglio) in modo da giocare con il fattore campo a favore. Già identificata anche la location, Torino, per spingere Azzurra verso Giochi che non vediamo ormai dal 2004, quando ad Atene l’Italia di Recalcati conquistò l’argento. Tutto fatto? Così sembrava, anche perché la candidatura rispettava tutti i requisiti richiesti: 1. migliori condizioni possibili per i giocatori; 2. evento di alto livello per spettatori, squadre, media e tv; 3. palasport di primo livello; 4. importanti benefici per il basket del Paese ospitante; 5. iniziative commerciali per promuoverlo. Inutile nascondere che il punto 5, che consiste nel «quanti soldi ci mettete?», rivesta un appeal particolare nella scelta finale. E che cosa è successo? È successo che la Serbia si è presentata all’asta con tanti tanti quattrini da spendere, perché anche da quelle parti la voglia di andare a Rio è tanta. Che cosa accadrà adesso? Il verdetto della Fiba è atteso per il 23 gennaio. Qualificarsi giocando fuori casa non sarebbe impossibile per la Nazionale dei Belinelli, dei Gallinari, dei Bargnani. Ma di sicuro non aiuterebbe.